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Il Napoli scivola di nuovo : 2-3 al San Paolo contro il Lecce

Il Napoli, quando meno te lo aspetti, toppa l’ennesima gara stagionale al San Paolo, stavolta e di nuovo contro una squadra onesta e volenterosa, ma di categoria (sulla carta) inferiore.

2-3 con gol di Milik e Callejon, per il Lecce doppietta di Lapadula e punizione di Mancosu.

La squadra dimostra di non riuscire ad essere continua e ha avuto un non accettabile calo di tensione sotto porta, divorandosi almeno 3 reti nei primi 20 minuti, giocati con piglio e precisione.

Inoltre si è nuovamente smarrita alla prima difficoltà, ossia dopo aver preso il gol del Lecce al 23°, senza riuscire a reagire per il resto del primo tempo, perdendo convinzione e precisione.

Nella ripresa, dovendo ribaltare la gara e dopo aver visto la poca pericolosità nella restante frazione di tempo, Gattuso ha inserito Mertens per Lobotka, proponendo quel 4-2-4 di ancelottiana memoria, con 4 attaccanti.

Raggiunto subito il pari a inizio ripresa e non avendo cambi a centrocampo, non aveva la possibilità di ritornare sui suoi passi, ma la squadra non gli ha dato una mano, si è allungata.

Piotr e i 4 attaccanti non hanno dato apporto difensivo, i 4 della linea difensiva si sono disuniti, si sono abbassati (la linea doveva restare alta e aggressiva, altrimenti, come ben sappiamo e abbiamo visto con Ancelotti, lo schema non si regge) e si creata una voragine centrale con un uomo in più nel centrocampo leccese, buco in cui il Lecce è andato a nozze.

Già prima del gol del 2-1 di Lapadula (arrivato a difesa schierata però), il Lecce era penetrato in almeno 2-3 occasioni come una lama nel burro nelle praterie lasciate in mezzo al campo, e solo l’imprecisione alla conclusione degli attaccanti del Lecce ci aveva salvato.

Una volta spezzata la squadra, come avvenuto a Genoa con la Samp (per soli 20 minuti finali), l’obiettivo doveva essere mettere a segno un gol più degli avversari, invece noi abbiamo sprecato alcune occasioni (gol abbastanza divorato da Insigne, occasioni per Milik e Mertens) e loro ci hanno puniti 2 volte.

A Genova ci era andata bene in realtà, perchè abbiamo segnato e loro no, ma la dinamica degli ultimi 20 minuti è stata simile e ci ha premiato, col Lecce no.

Brutta prestazione di KK al ritorno, schierato con Maksimovic centrale per far rifiatare Manolas in vista della semifinale di Coppa Italia, e con la certezza che i 2 centrali, sebbene al ritorno in campo dopo 2 mesi, potessero fermare agevolmente Lapadula, cosa che invece non si è verificata sul campo.

Di Lorenzo, quasi come si fosse disabituato a fare il terzino, pure ha giocato una gara ben al di sotto delle sue possibilità.

Piotr aveva bisogno anche lui di un turno di riposo, ma purtroppo sia Allan che Fabian non erano in grado di scendere in campo e il polacco ha giocato una delle gare peggiori con la maglia azzurra.

Gli attaccanti hanno sbagliato alcuni gol facili facili, almeno 4 in totale (1 Insigne, 2 Piotr, 1 Milik), troppi, dimostrando poco cinismo e cattiveria sotto porta (senza dimenticare l’immancabile palo, anche stavolta di Insigne, come contro la Samp).

Insomma un passo falso inaspettato e duro da digerire, occasione unica per rientrare nei giochi, almeno per il posto in EL, invece il Napoli non ha approfittato dei passi falsi di Cagliari, Milan e Roma.

La Champions, era si lontana, ma la continuità di risultati avrebbe tenuto alto il morale e accesa la speranza, sebbene l’Atalanta fosse avversario forte e per nulla semplice da raggiungere, pur giocando bene e con un filotto di vittorie.

Invece si è staccata di 12 punti, lasciandoci lontani, troppo per nutrire anche una speranza da tifosi.

Questa squadra non smette mai di deludere, perdere punti con queste squadre sulla carta inferiori (ma comunque che non lasciano nulla di intentato e sempre da prendere con le molle) e battere Liverpool, Piemonte, Lazio, da l’esatta dimensione della pochezza mentale del gruppo.

Ieri hanno affrontato la gara come se il Lecce fosse un avversario da battere a prescindere dalla loro convinzione, proprio come accadde col Cagliari, altra e unica gara che arrivò dopo 3 vittorie consecutive.

Nonostante dinamica diversa della partita, l’atteggiamento è stato quello, identico, ancor più grave dopo le delusioni patite e le figure di merda rimediate.

Squadra che è superficiale e si smarrisce alla prima difficoltà, questione di palle e motivazioni, altrimenti non si spigherebbero le vittorie e le imprese a questo punto, contro le avversarie blasonate , gare in cui solo l’avversario da affrontare tiene alta la tensione e la concentrazione.

Poi ce la possiamo prendere con Ancelotti, ora con Gattuso per difetti tecnico-tattici, per qualche scelta o qualche cambio, ma la testa a sti ragazzi chi la può cambiare?

Anche ieri l’arbitro ha fatto il suo, come contro l’Atalanta e in tante altre occasioni, ma se ti appigli a un rigore (pur sacrosanto) in questa gara che avresti dovuto indirizzare sul 3-0 nel primo tempo, allora qualcosa che non va è a monte.

Le occasioni le hai avute e l’arbitro poteva solo farti il solletico se le avessi sfruttate.

Gattuso meno responsabile di quanto si pensi. Al limite avrebbe potuto mettere Llorente negli ultimi 15 e non Lozano, ma tant’è e non sappiamo se sarebbe cambiato qualcosa.

Restiamo nel guado,  in lotta per il 6° posto, ma questa stagione va così, non l’abbiamo raddrizzata come ormai si poteva pensare, viviamo di delusioni e rare fiammate.

Speriamo nella Coppa Italia, treno buono , forse l’unico per andare quantomeno nei gironi di EL, evitando i playoff qualificazione o addirittura i preliminari.

Ci giochiamo molto mercoledì a S,Siro, sperando che la fiammata sia quella giusta

#FNS

 
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