Il Napoli rispetta il facile pronostico, batte 3-1 lo Spezia con reti di Zielinski, Giaccherini e Gabbiadini, e avanza nei quarti di Coppa Italia, dove affronterà al San Paolo la vincente di Fiorentina-Chievo, che si giocherà oggi.
Una Coppa che gli azzurri hanno vinto 2 volte negli ultimi anni, ma che rappresenta sempre un Trofeo importante soprattutto per una società come quella azzurra non proprio avvezza a vincerne storicamente.
L’anno scorso uscimmo proprio nei quarti, per mano dell’Inter, nella gara che ha portato la squalifica di Sarri, assente in panchina ieri (c’era il secondo, Calzona), per la famosa “querelle a base di ortaggi” con Mancini.
La rosa (maggiormente competitiva in questa stagione) non ci permise un cammino lungo nelle Coppe, dove si scelse di applicare un cospicuo turn over, che mise in mostra la poca profondità qualitativa delle riserve azzurre, con le quali non si riuscì a superare i nerazzurri in Coppa Italia, perdendo anche 1-0 a Villareal senza molti titolari (il che compromise la qualificazione).
Lo Spezia, avversario di caratura inferiore, ha consentito a Sarri di schierare alcuni elementi poco utilizzati sino ad ora, alcuni mai visti prima con la maglia di titolare, come Rafael e Rog. Come prevedibile in campo anche Maggio, Maksimovic e Giaccherini.
Turno di riposo per Chiriches (ancora da smaltire i postumi di infortunio, ma sta bene) e per lo squalificato Mertens.
Staffetta Insigne-Callejon.
In campo anche i riposati Zielinski e Diawara. Riprende confidenza col terreno di gioco Albiol (squalificato nel debutto annuale contro la Samp). Costretto a giocare Strinic (unico terzino sinistro di ruolo disponibile). In campo ancora Gabbiadini (e ancora in gol), nonostante sia sul piede di partenza. Si accomoda per la prima volta in panchina Pavoletti.
Lo Spezia cerca di sorprendere il Napoli ad inizio gara, mettendo in mezzo 2-3 cross dalla sinistra, dove i sincronismi forzatamente non perfetti sull’asse Maggio-Rog-Giaccherini lasciano ampi spazi agli avversari.
Il Napoli passa in vantaggio al primo affondo con Zielinski, che taglia il campo da sinistra al centro, con una sua tipica azione, vede il buco centrale, salta l’uomo in velocità e fa partire un perfetto tiro dal limite, con i giusti tempi ad evitare il tentativo in scivolata in chiusura di Valentini e batte Chichizola sul palo lungo.
L’inizio è dei più confortanti e dà la sensazione che la partita sia tutta in discesa per gli azzurri….purtroppo anche agli stessi giocatori.
Il Napoli dispone del campo a piacimento, il suo fraseggio è quello dei giorni migliori, il possesso palla altssimo, supera l’80%, ma gli azzurri non affondano il colpo.
A dir la verità alcune azioni clamorose per il raddoppio non mancano : colpo di testa di Zielinski su calcio d’angolo e paratone di Chichizola, autopalo di Del Col nel tentativo di anticipare Insigne, tiro a botta sicura di Insigne, che vanifica uno splendoido colpo di tacco di gabbiadini che lo libera in area.
L’estrema facilità di gioco e le occasioni avute mettono tranquillità, anche troppa e il Napoli, come accade non in rare occasioni, si specchia, si rilassa, perde di intensità, allunga le distanze tra i reparti e a lungo andare comincia a lasciare spazi agli avversari, che ne approfittano.
Lo Spezia affonda sull’out sinistro dove l’asse azzurro funziona poco in fase difensiva, con Rog e Giaccherini che lasciano poca copertura ad un Maggio in difficoltà.
Un paio di occasioni salvate da Albiol, il quale, alla terza, devia un tiro di Piccolo spiazzando Rafael e determinando un sorprendente pareggio.
Il Napoli mostra anche in questa occasioni le sue ataviche pecche, si rilassa e subìto il gol si innervosisce, non riuscendo a mantenere la giusta freddezza, sfilacciandosi e subendo addirittura l’avversario negli ultimi minuti della prima frazione di gara, dopo averla dominata e con la possibilità di chiuderla in più occasioni.
Insomma, nonostante l’attenuante di tanti volti nuovi in campo, alcuni limiti mentali e di atteggiamento della squadra sembrano emergere anche in questa partita.
Nella ripresa dopo qualche difficoltà iniziale Calzona fa scaldare Callejon e Hamsik, pronti a sostituire Giaccherini e Rog.
Giaccherini a quel punto decide di trasformarsi in Callejon e fa il giusto movimento a destra dietro al terzino, viene servito dal solito geniale assist di Insigne, che lo pesca da sinistra e sfodera un tiro a volo magistrale “alla Callejon” (o alla Van Basten, come volete), segnando uno splendido gol.
2-1 per il Napoli.
Non passa nemmeno un minuto che l’altro possibile sostituito, Rog parte in azione personale, supera con una progressione impressionante tutti gli avversari sul lato destro e sull’uscita del portiere serve con uno scavetto un perfetto assist a porta vuota per Gabbiadini che appoggia di petto in rete.
3-1 Napoli e gara finita.
A quel punto cambiano i piani, entra prima Callejon per Insigne, poi Hysaj per Strinic (che allunga in estensione il flessore e ha un piccolo risentimento) e infine l’atteso debutto per Pavoletti, che potrebbe essere bagnato da un beneaugurante gol, che Leonardo sbaglia da due passi su assist di testa di Callejon al centro.
Un avversario coraggioso, anche se inferiore, il solito Napoli bello, ma poco concreto nel primo tempo (che rischia la brutta figura), ma pronostico rispettato in una gara che è stata utile, non solo a raggiungere, come prevedibile, i quarti di finale, ma anche per fare alcune valutazioni su squadra e singoli.
Rog, in primis, ha mostrato le sue ottime qualità, spunti eccellenti (inclusa la gran progressione sul terzo gol), ma che ha fedelmente rispecchiato quanto creduto, osservato e dichiarato da Sarri circa il tempo necessario alla sua crescita : tiene troppo palla in alcune occasioni, pur mostrando a tratti quanto impartito dal Maestro, facendo talvolta perdere qualche tempo di gioco alla squadra. Ancora da migliorare dei sicronismi, soprattutto in fase difensiva e qualche palla persa di troppo (anche errori di misura nei passaggi).
La situazione terzini, senza Ghoulam, mette qualche apprensione, e Strinic dovrà tenere botta fisicamente, perchè Maggio non dà garanzie a destra (il terzino serviva sin da agosto e lo sappiamo, difficile che venga preso ora con i tempi di inserimento nella linea difensiva. Ci vuole tempo con Sarri per imparare movimenti e sincronismi difensivi, diverso per gli attaccanti), Hysaj a sinistra non è per niente a suo agio.
L’assenza di Koulibaly pure è pesante, con Maksimovic non ancora pronto e troppo lento per giocare in coppia con Albiol. Sarà con tutta probabilità e salute permettendo Chiriches-Albiol la coppia di centrali titolare, con Tonelli pronto a subentrare.
Capitolo a parte merita Manolo, sul piede di partenza e in gol da 3 gare consecutive, una volta allentata su di lui la pressione e il peso di dover essere il terminale di attacco degli azzurri.
“Gabbiadini no stress” rende, produce e segna e sembra quasi un peccato doverlo lasciare andar via a questo punto. Certo se i tempi di guarigione di Milik fossero stati più lunghi lo si sarebbe potuto anche trattenere per qualche mesetto, visto che proprio quest’anno della plusvalenza della sua cessione si sarebbe potuto far ampiamente a meno, con le entrate che superano abbondantemente i costi a bilancio.
Il Presidente, non è un caso, vorrebbe e potrebbe cederlo in prestito ora per poter venderlo nella prossima stagione, in cui una plusvalenza di crica 15-20 milioni potrebbe essere una manna dal cielo ed evitare eventuali altre cessioni, qualora necessarie per i conti.
Discorsi che lasciano il tempo che trovano ovviamente con Manolo destinato a cambiare aria, sempre se perverrà l’offerta giusta, ancora non arrivata.
In bocca al lupo a Pavoletti e testa al Pescara, che sarà anche una squadra non eccezionale, ma che vale più dello Spezia con cui abbiamo un pò sofferto rilassandoci, quindi concentrazione altissima senza distrazione e cali.
#FNS