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Dall’Inter al Benfica per scrivere una pagina di storia

In un momento molto delicato della stagione il Napoli mostra il meglio di se con l’Inter nell’anticipo pre Champions, vincendo con un secco 3-0 ed esprimendo un calcio finalmente scintillante e allo stesso tempo produttivo.

La situazione stava diventando abbastanza pesante dopo il pareggio col Sassuolo (3° consecutivo al San Paolo dopo quelli, abbastanza deludenti, con Lazio e Dinamo), con parte della tifoseria (quella da sempre legata al risultato) che cominciava a vacillare e a sclerare (mettendo addirittura in dubbio le capacità del Maestro Sarri) e la solita stampa ostile, pronta come gli avvoltoi a ricercare il cadavere da spolpare.

Gli azzurri, con le ovvie difficoltà del post Milik e i riscontri non proprio positivi per le deludenti prestazioni di Gabbiadini (unica sua possibile alternativa) e la scarsa adattabilità di Mertens a fare la “finta” punta centrale, pur giocando discretamente, non avevano convinto appieno, risultando poco cinici e cattivi sottoporta e sbadati (e poco fortunati) nel prendere puntualmente almeno 1 gol beffa a gara.

L’arrivo dell’Inter al San Paolo, in avvilente difficoltà difensiva (in piena crisi di identità di squadra e societaria), è stata una vera e propria manna dal cielo, con Sarri e i ragazzi bravissimi ad approfittare ed infierire sin dai primi minuti sull’avversario.

Il 2-0 iniziale, immediato, dopo soli 6 minuti di gioco, arrivato grazie ad una partenza sprint e alla voglia di venirne a capo con grinta e determinazione, soprattutto sottoporta, ha notevolmente facilitato le cose.

Come più volte ripetuto, questo Napoli, senza attaccante di peso, esprime il meglio di se giocando di rimessa, negli spazi ( l’Inter più che altro lasciava praterie) e il doppio vantaggio ha consentito agli uomini di Sarri di giocare sul velluto, nonostante le palle gol sprecate sino al 3-0 di Insigne, arrivato a inizio ripresa (anche questo dopo 6 minuti).

Certo gli errori difensivi non sono mancati, l’Inter ha più volte avuto l’opportunità di accorciare le distanze, ma non ci è riuscita, grazie a 2 interventi magistrali di un Reina decisivo (errore grossolano di Albiol e Koulibaly nell’unica volta in cui si è fatto sorprendere dal sempre pericoloso Icardi) e grazie a un pizzico di fortuna, che mancava da un bel pò (Icardi che da posizione congeniale sceglie l’assist invece del tiro a botta sicura e tiro di Brozovic fuori di millimetri a inizio ripresa).

Ottima la gara dei terzini azzurri, Hysaj (tra l’altro non al meglio e in campo per decisione dell’ultimo istante) e Ghoulam, che hanno limitato molto Perisic e Candreva.

Molto attenti anche Albiol (eccetto l’errore marchiano sulla occasione di icardi, sventata da Reina) e Koulibaly (sempre al top le sue prestazioni da inizio stagione, mai un minuti fuori dalla contesa tra l’altro).

Scintillante il centrocampo, con un Diawara sempre più autoritario ed efficace (autore di una partita super in entrambe le fasi…con lui la palla è in banca) e il duo Hamsik-Zielinski, che con le loro percussioni e la loro velocità hanno annichilito i lenti e macchinosi Brozovic e Kondgobia, in un centrocampo nerazzurro sfilacciato e largo, che ha mal coperto una linea difensiva a tratti imbarazzante.

Da rimarcare le prestazioni di un Callejon che è tornato a fare l’uomo ovunque e di un Insigne finalmente decisivo da qualche giornata a questa parte, non solo con prestazioni all’altezza e qualche assist, ma anche con i gol (4 nelle ultime gare).

Il Napoli ha fornito una prova corale, di squadra, alla quale ha partecipato anche in maniera concreta e finalmente positiva Gabbiadini, che ha profuso grande impegno e dedizione, giocando un gran numero di palloni (ben 40, rispetto ai soli 9 toccati col Sassuolo, per fare un esempio, lui che al massimo score stagionale ne aveva toccati 23), grazie a un maggiore e più efficace movimento e ai compagni, che lo hanno finalmente cercato con maggiore continuità e insistenza. Ben 5 i tiri di manolo verso la porta.

I numeri, sempre positivi per quanto concerne possesso palla e precisione nei passaggi, hanno confermato quanto descritto sino ad ora, ossia la cattiveria sotto porta, la voglia di raggiungere il risultato (attraverso il gioco e non solo stavolta), una maggiore risolutezza e concretezza :

- il 56% di possesso, basso rispetto alle medie degli azzurri (con un buon 86% di precisione) ha dimostrato come il fraseggio sia stato minore , ma più efficace, non solo perchè l’Inter, dopo il 2-0 iniziale, ha avuto ben poche possibilità di chiudersi, ma anche dettato dalla voglia degli uomini di Sarri di verticalizzare e raggiungere velocemente la porta avversaria, sfruttando gli ampi spazi lasciati dagli avversari.

- i 19 tiri (il Napoli con Milik aveva una media di 18,1 tiri a partita, scesa nelle gare senza il polacco), ma soprattutto quelli in porta (mai più di 6 nel post Milik) che sono stati ben 11 ha dimostrato come il Napoli abbia cercato il gol con maggiore decisione.

- i tiri da fuori, solo 7 su 19 e i cross, solo 13 (rispetto alla media di 23 nelle ultime gare) sono dati che dimostrano come gli azzurri abbiano cercato l’area con maggiore velocità e abbiano attaccato con percussioni rapide e veloci gli spazi concessi. Non solo Le mezzeali si sono inserite con continuità impressionante, con Insigne e Callejon che hanno consentito di creare spazi tra le linee avversarie con un movimento ad elestico, con cui si accentravano (coadiuvando Manolo) e si allargavano in continuazione, dando pochi punti di riferimento e creando gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti.

- 81 le palle giocate a testa da Diawara e da Hamsik (e stessa precisione 92%), 63 da Zielinski (precisione 89%). Partecipazione corale e prestazioni top dei 3 centrocampisti, condite da 2 reti e 1 assist e ben 9 tiri verso la porta delle 2 mezzeali.

- 62 le palle toccate da Insigne (in media, visto che gli azzurri giocano sempre a sinistra) e ben 52 quelle toccate da Callejon (contro una media di 39), a dimostrazione della coralità del gioco e dina grande partecipazione di Josè nella gara.

- 33 le palle spazzate dall’area di rigore, una enormità rispetto alle medie degli azzurri, ulteriore segnale della voglia di essere risolutivi e di rischiare meno con fraseggi palla al piede , a volte gratuiti e pericolosi. In questo ha aiutato anche la presenza di Albiol (2 “clean sheet match”dal suo ritorno) e la sua non eccezionale tecnica, che spesso lo induce a spazzare la palla, invece di invischiarsi in problematici controlli e passaggi in zona rossa.

Insomma un bel Napoli, che ritrova risultato e morale, e soprattutto autostima e convinzione, requisiti fondamentali per affrontare con lo spirito giusto la gara decisiva dell’anno sino ad ora, quella col Benfica a Lisbona di domani.

La concentrazione dovrà essere altissima, nulla è cambiato dopo la gara con l’Inter, che va presa con le molle per come si è sviluppata e per la pochezza dell’avversario, con gli azzurri che dovranno superarsi per compiere l’impresa e uscire indenni dal “La Luz”, scrivendo una importante pagina di storia azzurra.

Ma veniamo alla gara di domani :

- Il Benfica, ancora imbattuto in campionato prima di venerdì (ha perso la sua prima gara in trasferta in  Campionato col Maritimo 2-1), ha provato lo schieramento anti-Napoli, scendendo in campo con la formazione che, molto probabilmente, affronterà gli azzurri.

- 4-4-2 (o 4-2-3-1, come lo si vuole leggere),

Linea difensiva a 4 :  con  Semedo a destra (uno che spinge), Lindelof e l’esperto Luisao (che da qualche gara gioca al posto dell’argentino Lisandro Lopez) centrali e l’adattato Andrè Almeida a sinistra (per la contemporanea assenza dei 2 terzini sinistri, Grimaldo ed Eliseu, entrambi infortunati).

Fejsa e Pizzi centrali (Horta è infortunato e assente anche contro il Napoli).

Salvio e Cervi esterni offensivi, rispettivamente a destra e sinistra. dietro le punte Guedes (a  segno col Maritimo ) e Mitroglou.

Sarri dovrà operare delle scelte importanti, anche in base alle caratteristiche degli avversari.

Ma cerchiamo di capire insieme.

Innanzitutto dovranno essere valutate le condizioni di Hysaj, la cui presenza sarà fondamentale, visto che sugli esterni offensivi il Benfica dà il meglio di se, con la tecnica, la velocità e la pericolosità di Cervi e Salvio, contro cui l’albanse e Ghoulam dovranno stare attentissimi.

Ovvia la presenza di Albiol in una gara come questa in cui la sua esperienza è fondamentale, accanto alla fisicità di Kalidou.

La presenza di Guedes (seconda punta scaltra e veloce) dietro la prima punta Mitroglou, consiglierebbe la presenza di Diawara, con la sua dinamicità e prestanza a copertura della linea difensiva e per i raddoppi.

Nonostante l’ottima prova di Zielinski contro l’Inter, a Lisbona ci vorrà tanta “garra” e raddoppi difensivi, quindi per me è quasi scontato che giocherà Allan come mezzala con Hamsik.

I dubbi maggiori riguardano l’attacco, dove sarà fondamentale sfruttare la mancanza di Grimaldo (ed Eliseu) a sinistra.

Certo Callejon, con i suoi tagli potrà mettere in grande  difficoltà l’adattato Andrè Almeida (se giocherà lui), ma da quel lato, seppur non congeniale, Mertens potrebbe essere addirittura devastante.

In molti si chiedono chi giocherà di punta , Gabbiadini o Mertens? E’ possibile che giochino entrambi, con Lorenzo fuori?

C’è da considerare che Semedo spinge molto a destra e che Lorenzo sarebbe più adatto in copertura di Dries su quell’out.

Dries è riposato però e difficilmente resterà fuori dalla contesa, anche se abbiamo visto che con Manolo, se in giornata, il Napoli gioca meglio che con Dries di punta (personalmente Mertens non me lo fido proprio di vedere “falso nueve”, mi avvilisce come punta , sia perderlo sull’esterno).

Quindi per me inizialmente Gabbia-Lorenzo-Josè...o addirittura Josè a sinistra, Dries a destra (loro nn hanno il terzino sinistro, come detto) e Manolo centrale.

Bel rebus, di cui dovrà essere trovata la soluzione giusta, perchè qui non si può sbagliare.

#FNS

 

 
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