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Un Napoli tutto cuore, grinta e gioco batte la Fiorentina

Altra vittoria importante per gli azzurri, che vincono il 4°big match consecutivo contro la capolista Fiorentina (dopo Lazio, Juventus e Milan), trafitta al S.Paolo dalle reti di Insigne e Higuain,che comandano a braccetto la classifica dei cannonieri della serie A con 6 reti e (3 assist) a testa.

Veramente tanti gli aspetti positivi di questa vittoria e di tutto il periodo che gli azzurri stanno vivendo, che elenco con immensa gioia e piacere.

Innanzitutto quello più importante, rappresentato dal gioco, dalla testa e dalla voglia dei giocatori di ottenere il risultato, la cosidddetta “cazzimma”, quella che non si vedeva da tempo e che sta emergendo grazie a un mix perfetto, una “chimica” creatasi tra allenatore, squadra e tifosi, tra allenatore e giocatori e nel gruppo azzurro, unito e forte più che mai, come forse mai in precedenza e fomentato dalle ali dell’entusiasmo, che solo i risultati possono far aprire nella loro ampiezza per spiccare il volo.

Un dato fondamentale è rappresentato dal carisma di alcuni elementi, che scendono in campo con qualcosa in più rispetto alla professionalità e alla serieta’ che i calciatori dovrebbero sempre possedere (non è scontato, come l’esperienza ci insegna) :

- innanzitutto Pepe Reina, elemento fondamentale, non solo tra i pali, per le sue parate decisive, e per la sua carismatica presenza in campo per comandare la difesa (Sarri ha rivelato, scherzosamente e senza peli sulla lingua che ha il “joystick” per comandare i movimenti di Koulibaly), ma soprattutto fuori dal campo, uomo spogliatoio e leader indiscusso, da cui tutto parte, napoletano più di tanti altri e vero istrione. Insomma l’uomo in più, di cui abbiamo avvertito oltremodo la mancanza la scorsa stagione, primo tifoso, oltre che ultimo invalicabile baluardo (il “libero aggiunto” dietro i due centrali).

- Marek Hamsik, altro tifoso azzurro, colore dipinto nel cuore e nel sangue, arrivato nella sua piena maturità, e gasato dal suo ruolo di mezz’ala, in cui sta confermando le sue doti, a noi conosciute, mostrando una grinta e uno spirito battagliero poche volte apprezzato in precedenza, segnale della sua voglia di vincere qualcosa di importante con la maglia che ha scelto come “sua” (altro che Juventus…ma “stateve zitt”), nella città che lo ha adottato e che lui ama, al pari della nativa Slovacchia (che ha appena condotto all’Europeo con i suoi gol);

- Lorenzo Insigne, altro partenopeo che sente la maglia e tifa per i colori che indossa, uno che ci tiene particolarmente al Napoli, che dimostra quotidianamente la sua voglia di emergere con l’”azzurro-Napoli”, maturato sotto molti aspetti, innanzitutto quello realizzativo, che era il tassello mancante, visto che la tecnica è innata, come la classe, la abnegazione tattica l’aveva acquisita e l’assist è sempre presente nel suo Dna.

- aggiungiamoci tanti napoletani acquisiti, come Mertens (tifoso di Napoli, da cui difficilmente partirà, anche aldilà della vita calcistica), Higuain (in forma smagliante, meno cibo e alcool e tanto allenamento, disposto a tutto pur di riscattare una manciata di rigori sbagliati e ristabilire le gerarchie nel Mondo del calcio, dove è di diritto tra i top in assoluto), Koulibaly e Jorginho, ritornati in auge dopo un’annata grigia e veri pilastri della squadra, oltre che gradite sorprese…ai quali vanno aggiunti giocatori con una grinta superiore, come Callejon, Hysaj, Allan e tanti elementi che stanno migliorando, anche sorprendentemente, trascinati dal gruppo, come Albiol e Ghoulam, senza dimenticare chi non fa parte dell’11 titolare e che non fa mancare mai il suo apporto alla causa, senza una parola fuori posto, come Gabbiadini, Maggio, Lopez, Chiriches ed El Kaddouri).

L’ho lasciato per ultimo, ma è colui su cui si basa il castello, Maurizio Sarri, accolto con scetticismo da molti, forse troppi (che non conoscono bene lui e il calcio, con tutte le attenuanti del caso, rappresentante dal salto di qualità) e che è  non solo persona di spessore e allenatore intelligente e preparatissimo, ma, non dimentichiamolo, il primo tifoso azzurro.

Ed è questa l’arma in più di questo Napoli, avere in campo ed in panchina, non solo un bravo allenatore e ottimi calciatori, ma veri e propri tifosi come noi, gente che esulterebbe per la vittorie del Napoli a prescindere dall’essere protagonisti in campo con la maglia azzurra, è questo l’elemento chiave su cui puntare, un “quid pluris”che potrebbe diventare un’arma letale per il raggiungimento degli obiettivi, nessuno escluso e nessuno precluso.

Fatta questa doverosa premessa passiamo alle altre, non poche, note positive.

I risultati e i numeri, che con la vittoria di ieri vedono il Napoli in serie positiva da 9 gare (considerando le 2 di E.L) e scalare rapidamente la classifica in Campionato, dal terz’ultimo al 4° posto in 5 giornate (a soli 3 punti dalla capolista Fiorentina e preceduti di sole 2 lunghezze da Inter e Roma), 13 punti su 15, con tanto ancora da dare.

Da peggior difesa nelle prime gare a quarta difesa della serie A (ancora zero i go, subiti in Europa), con un attacco che non ha mai smesso di segnare, a prescindere dal modulo e dagli uomini utilizzati, ben 18 reti in Campionato in 8 gare, secondo attacco dopo la Roma (a quota 20) e 7 reti in E.L, roba da polverizzare anche il doppio “record-score”, raggiunto 2 volte da Benitez in 2 anni, con 104 reti all’attivo a stagione.

Insomma stiamo volando, seppur con i piedi saldi a terra.

Il ritorno del pubblico al San Paolo, dai 20.000 scarsi irriducibili agli oltre 50.000 con Fiorentina e Juventus, cifre che devono far riflettere (anche per la capienza prevista, almeno sulla carta, anzi solo sulla carta, dal progetto del nuovo S.Paolo) e che mostrano come i risultati aiutino a dissolvere qualsiasi discorso sulla crisi economica, soprattutto quando si tratta di un Napoli competitivo. Insomma un feeling ritrovato, grazie a Sarri e ai giocatori, all’atteggiamento della squadra e alle vittorie, che mitiga anche le “piazzate” di alcuna stampa “criticona e gufeggiante” e l’animo negativo di ancora troppi tifosi, la cui critica va spesso aldilà del costruttivo e che forse si sentono anche un pò sommessi e sottomessi da tanto ben di Dio.

La certezza di avere un gioco, aggressivo, spettacolare e proficuo, che obbliga i calciatori a mantenere sempre alta l’asticella dell’attenzione e dell’agonismo, li sfianca, ma non li abbatte, anzi li diverte e li esalta, sia singolarmente che come collettivo, dove tutti si sentono protagonisti e utili alla causa, si aiutano in campo, caricandosi vicendevolmente e con affettuosa comprensione (si applaude e si carica il compagno dopo un errore e non lo si “sfancula”).

Avrei ancora parecchio da dire, ma mi fermo qua , anche per parlare della gara di ieri, che ci ha regalato gioie ed emozioni e tanti spunti interessanti per gli amanti del calcio, sotto tutti i punti di vista, tecnico-tattici, agonistici, senza tralasciare il “pathos”della ripresa, quello del gol, del gioco spettacolare, delle occasioni (mancate) e della relativa punizione inflitta dal pareggio viola, e della reazione decisiva e vincente degli azzurri, concretizzatasi con il bramato e voluto gol della vittoria di Higuain.

Vorrei fare anche un applauso alla Fiorentina, squadra che ha mostrato tutto il suo valore e che, al contrario della fortunata e poco esaltante Inter, ha confermato che la prima piazza non l’ha ottenuta per caso, ma attraverso il gioco e le prestazioni, sempre positive, ben messa in campo e tatticamente eccezionale, oltre che tecnicamente valida in molti elementi.

Un primo tempo tatticamente molto interessante, in cui le squadre hanno mostrato stampo e filosofia di gioco dei rispettivi allenatori, squadre corte, aggressive, brave ad annullarsi in spazi stretti e angusti, nel tentativo di fermare sul nascere la creazione di gioco dell’avversario. Foga agonistica da Premier League e poco avvezza alla serie A (al cospetto la serale Inter Juventus ci ha fatto sonnecchiare), spesso a discapito della precisione nei passaggi e nei disimpegni, con tanti errori, molto sopra la media, di entrambe le squadre, troppi in rapporto allo spessore tecnico in campo.

Ad una prima frazione molto equilibrata, con una Fiorentina partita !a mille all’ora” almeno per i primi 20 minuti, con notevole dispendio di energie, molto agonismo e poche occasioni (da rimarcare la paratona di Reina su Blaszczykowski e una occasione di testa di Higuain all’ultimo secondo, su assist pennellato da Insigne), è seguita un’emozionante ripresa, ricca di occasioni da gol e di appassionanti ribaltamenti di fronte.

Si apre con l’assist orgasmico di Hamsik per lo splendido gol di Insigne, con il Napoli che acquista fiducia e la Fiorentina imbambolata che trema e concede numerose palle gol agli azzurri, che imperversano indemoniati dalle parti di Tatarusanu, non sfruttando alcune occasioni propizie con Hysaj (stantuffo a destra), con Higuain, con Callejon (2 volte), con Albiol (che alza di testa a non più di 2 metri dalla linea di porta), finendo per essere puniti da Kalinic, che al secondo tentativo (sul primo eccezionale Reina), ci trafigge e punisce con una stilettata di esterno destro su perfetto assist del subentrato Ilicic.

Il Napoli non demorde e in pochi minuti sfiora il gol del vantaggio con Higuain e Mertens (subentrato ad un Insigne in condizioni ancora non ottimali) e poi sigla il gol del 2-1 con palla rubata da Higuain a un disattento Ilicic, e assist finale di Mertens (perfetto) per il sigillo del Pipita, trascinatore e valore aggiunto.

Il finale è al cardiopalma, con gli azzurri più volte vicini al gol del 3-1 (c’era il rigore su Higuain…credevo di no) e che riescono a contenere l’ultima sfuriata gigliata.

Insomma grande Napoli e gran calcio al San Paolo per un tabellino che resterà nella storia :

Napoli (4-3-3): Reina: Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan (46′ st David Lopez), Jorginho, Hamsik; Callejon, Higuain, Insigne (16′ st Mertens, 34′ st El Kaddouri). A disp. Gabriel, Rafael, Henrique, Chiriches, Maggio, Strinic, Valdifiori, Gabbiadini. All. Sarri.

Fiorentina (3-4-2-1): Tatarusanu; Tomovic (33′ st Babacar), Rodriguez, Astori; Blaszczykovski, Badelj, Vecino, Marcos Alonso (10′ st Roncaglia); Borja Valero, Bernardeschi (7′ st Ilicic); Kalinic. A disp: Sepe, Lezzerini, Mario Suarez, Fernandez, Verdù, Rossi. All. Sousa

Arbitro: Banti Marcatori: 1′ st Insigne (N), 28′ st Kalinic (F), 30′ st Higuain (N) Ammoniti: Jorginho, Koulibaly, El Kaddouri (N), Badelj, Astori, Roncaglia, Rodriguez (F)

Ora il turno di Europa league , difficile trasferta in Danimarca a Herning, sul campo del Midtjylland, la più ostica dei tre avversari del girone, dove dovremo mantenere alta la concentrazione e dove chi non ha giocato oggi dovrà essere bravo a farsi trovare pronto, come a Varsavia, perchè è importante chiudere subito in conti per poi gestire energie, calciatori e gare che resteranno da disputare in Europa da qui a dicembre.

In Campionato, invece, ci aspetta un ciclo terribile, con Chievo, Palermo,Genoa, Udinese e Verona, le famose medio-piccole che, come sempre diranno chi siamo e quanto valiamo.

Ci sono tutti i presupposti per invertire la rotta anche con loro.

#ForzaNapoliSempre

 

 

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