Dopo le esaltanti vittorie contro Milan e Roma, gli azzurri dovevano tornare a misurarsi contro un avversario più modesto, facente parte dello stuolo delle cosiddette “piccole”, contro le quali avevamo delapidato punti su punti (ben 13 tra Sassuolo, Parma, Udinese e Chievo al San Paolo e Bologna e Atalanta in trasferta), gettando ogni velleità di scudetto (sono proprio 13 i punti che ci dividono dalla capolista Juventus) e lasciando alla Roma il secondo posto.
Gli azzurri, purtroppo e aldilà di moduli e schemi, contro le piccole hanno sempre difettato in concentrazione, regalando tempi interi e facendosi sorprendere puntualmente in fase difensiva, subendo gol evitabili e scellerati.
Per la squadra di Benitez rallentare il ritmo e non spingere sull’acceleratore costituisce un freno e un limite, approcciare la gara senza la giusta determinazione e con la dovuta foga e agonismo è stata la pecca maggiore di questa stagione e Rafa ha dovuto far ricorso alla sua esperienza, affinchè ciò non si ripetesse in maniera costante, finendo per appoggiare chi lo criticava anche sotto l’aspetto caratteriale, ritenendolo un non eccelso motivatore del gruppo proprio contro gli avversari più morbidi, gare in cui gli stimoli li devi far uscire e non te li ritrovi a prescindere per il blasone dell’avversario o per la necessità di fare risultato a tutti i costi.
Ebbene dopo le critiche sul modulo, sugli schemi, sul turnover, sulla incapacità a ribaltare il risultato, sulla preparazione atletica e su quant’altro sia venuto in mente a chi di calcio non capisce, anche questo tabù (si fa per dire..) è stato sfatato, anche l’ennesima e si spera ultima inutile critica è stata sotterrata da quanto visto in campo.
Il Napoli è sceso in campo senza alcuni uomini fondamentali, quindi il turn over era obbligato e finalmente non criticabile. Le assenze di Callejon, Jorginho e Inler (tutte per squalifica) non hanno pesato più di tanto, sul gioco e sul risultato e chi li ha sostituiti ha risposto alla grande, con Berahmi che è ritornato a recuperar palloni e a mostrare i muscoli in mezzo al campo, e Dzemaili e Insigne hanno addirittura timbrato i gol della vittoria finale.
La partita con il Sassuolo ha avuto un sapore speciale per l’ex capitano azzurro Cannavaro, che ha giocato una gara sufficiente nonostante l’emozione, mostrando in alcune occasioni le sue lacune (si gira di spalle sulla finta di Hamsik al limite dell’area sulla prima occasione pericolosa degli azzurri e lascia tirare a giro Insigne sul gol di Lorenzo, forse sapendo che l’ex compagno di squadra raramente centra la porta o spesso i suoi tiri sono telefonate al portiere), mentre in altre anche un pò di cattiveria (ginocchiata nei reni di Higuain, con cui mette fuori uso il pipita e fallaccio su Henrique nel finale).
Gli azzurri sono sempre con la testa alla gara sin dai primi minuti e vanno vicini al gol in tre occasioni, grazie a un propositivo Hamsik, con forma in netto crescendo e finalmente con il dovuto temperamento, al quale difetta solo la mira sottoporta e nel tiro da fuori.
Clamoroso il gol sbagliato di Higuain su perfetto assist di Insigne (bravo e fortunato Pegolo nella deviazione sulla zampata più che ravvicinata del Pipita) e bravo lo stesso Pegolo a respingere i tiri di higuain e Insigne.
Insomma 5-6 occasioni per portarsi in vantaggio prima del meritato gol di Dzemaili che, appostato al limite, sfrutta la palla vagante in seguito a un miracoloso cross di Ghoulam dal fondo.
Il Sassuolo si rende pericoloso solo su calci da fermo e grazie a qualche assist dalla trequarti di Berardi, ben controllato dalla difesa azzurra, sempre attenta e concentrata, con una linea tenuta in maniera perfetta da Maggio, Fernandez , Albiol e Ghoulam, e con Rafael, che oggi sostituisce un Reina non al top, a fare da spettatore.
Nella ripresa gli azzurri trovano il raddoppio con Insigne, al quale riesce finalmente il tiro a giro dopo una ventina di gare e una cinquantina di tentativi…assfààààà…è il grido liberatorio dopo la conclusione di Lorenzo che ci porta sul 2-0.
Il Sassuolo tenta in 2-3 occasioni di accorciare le distanze, ma è bravo Rafael a non farsi trovare impreparato, prima di spegnersi definitivamente e lasciare capo, spazio e occasioni al Napoli, che nel finale potrebbe dilagare e arrotondare il risultato in almeno 5-6 occasioni, non sfruttate per errori clamorosi sottoporta (Insigne e Dzemaili, che coglie la traversa a colpo sicuro da pochi metri) e per gli interventi miracolosi di Pegolo su Mertens e Pandev, subentrato ad Higuain nei 20 minuti finali.
Insomma un Napoli che gioca e vince, sfruttando il momento più che positivo, e che mantiene inalterate le distanze dalla Roma, che riscatta la cocente delusione della Coppa Italia e strapazza la Samp per 3-0 all’Olimpico nel posticipo serale. La Juventus batte il Chievo, dimostrando di essere un rullo compressore e di annichilire le piccole squadre, contro le quali si vincono gli scudetti.
Quel che conta è aver staccato la Fiorentina a 6 punti, sconfitta in casa dall’Inter di Mazzarri, senza il suo faro Borja Valero (squalificato) e che costituisce l’anima della squadra viola.
In attesa di passi falsi dei giallorossi in campionato bisogna continuare a premere l’acceleratore e a non fermarsi…dopo la parentesi Europa League, giovedì il Napoli sarà di scena in Galles contro lo Swansea nell’andata dei 16esimi di finale…altra avventura importante..soprattutto per il prestigio internazionale e per il ranking Uefa…oltre che per dimenticare Mazzarri e le sue convinzioni che ci fecero fare una pessima figura contro il modesto Plzen l’anno scorso in un gelido mese di febbraio…ma ora il Napoli è caldo come il clima di un mite inverno.