La solita Juventus, forte e un tantino aiutata dagli arbitri (che di solito inventano in bianco e nero, figuriamoci qualche piccola grande svista) batte un Napoli poco attento, molto poco concentrato (almeno ad inizio gara), un po’ spaesato tatticamente (almeno nel primo tempo) e non certo brillante in alcuni elementi importanti.
Se a ciò si aggiunge che Reina era stato superlativo ed ha evitato una caduta imminente e pesante nel primo tempo, che aveva consentito agli azzurri di giocarsi la gara sino a 20 minuti dal termine…allora possiamo dire anche che gli errori degli azzurri sotto porta hanno pesato sul risultato finale.
Perdere contro la Juventus non fa bene alla salute, soprattutto in questo modo e con questo punteggio (3-0, grazie ad un gol in fuorigioco ad inizio gara, di 20 centimetri, che per la Juventus e gli Juventini, abituati a non vedersi fischiati contro fuorigioco di metri, sono inesistenti…e a due prodezze di Pirlo e Pogba nel finale partita).
La capolista Roma aveva pareggiato contro la matricola Sassuolo nel pomeriggio e forse questo risultato ha condizionato (spero di sbagliarmi…ma non penso) anche la gara della sera, con gli azzurri che, in caso di vittoria giallorossa, non si sarebbero potuti permettere di perdere e scendere a -7 in classifica e si sarebbero dovuti giocare la partita della vita per non perdere terreno prezioso dalla vetta, invece di scendere in campo molli, disattenti e senza la dovuta grinta.
Un inizio di partita disastroso, a prescindere dall’immediato gol in fuorigioco segnato dopo pochi secondi dagli avversari, con il Napoli in balìa degli avversari, disposto tatticamente male (è vero che abbiamo un gioco..ma qualche accorgimento tattico ogni tanto lo possiamo pure ammettere) e con ampi spazi lasciati al centrocampo bianconero, in costante superiorità numerica.
Se è vero che in mezzo al campo c’era un uomo in più (Pirlo e non uno qualsiasi, che non aveva tanta libertà di agire dai tempi in cui giocava nelle giovanili del Brescia), è anche vero che il Napoli ne aveva uno in più sulla fascia sinistra, con Armero e Insigne contro Isla, superiorità mal sfruttata in fase offensiva, con Insigne pericoloso, ma clamorosamente inefficace per la 12ma partita consecutiva (non ha mai segnato in campionato e aldilà di ogni discussione o dibattito su Lorenzo, è un dato da tener presente per un attaccante), ed anche in fase difensiva con Insigne deputato nella disposizione tattica della prima frazione di gara ad inseguire il terzino-centrocampista bianconero (schema tattico opinabile non solo in questa gara, perché Insigne non rende, impegnato in improbabili rientri nemmeno in fase offensiva), senza peraltro riuscire ad opporre resistenza alcuna.
Hamsik, che nel primo tempo ha agito in un ruolo ibrido (un po’ seconda punta, vista la difesa a 3 dei bianconeri, un po’ da trequartista, impalpabile in marcatura e con apporto nullo al centrocampo in entrambe le fasi) ha fornito l’ennesima prestazione deludente e sotto i suoi standards (parliamo di quello che Hamsik è stato nei primi due mesi ad inizio stagione, prima che si spegnesse improvvisamente), risultato evanescente e a tratti inutile, oltre ad aver sbagliato il gol del possibile pareggio a 25 minuti dal termine (se vi fosse stato staremo parlando di ben altro risultato, aldilà di ogni considerazione tecnico tattica).
Benitez ha corretto il tiro nella ripresa, riparando all’obbrobrio tattico del primo tempo, spostando Insigne a giocare da seconda punta, e arretrando Hamsik in mezzo al campo (il che ci ha finalmente consentito almeno di non soffrire molto a centrocampo, con la parità numerica ristabilita) e soprattutto motivando gli azzurri rientrati in campo più aggressivi e determinati, alzando il baricentro e cercando anche un abbozzo di salutare pressing sui portatori di palla avversari.
Purtroppo quanto non visto nel primo tempo e intravisto nella ripresa ha avuto vita breve e il tutto si è spento dopo il gol sbagliato da Hamsik a 25 minuti dal termine e all’implacabile punizione del 2-0 di Pirlo, alla quale è seguito il bolide mortale di Pogba dopo pochi minuti (che contro gli azzurri la azzecca sempre).
Non si può affrontare la Juventus con l’approccio mentale che gli azzurri hanno avuto oggi ad inizio gara, bisogna giocare con il coltello tra i denti dal primo all’ultimo minuto e gettare il cuore oltre l’ostacolo per tentare di essere più forti degli avversari e dei torti arbitrali (oggi parecchi, anche se non marchiani e decisivi per il risultato finale), e tutto ciò non si è visto.
Il Napoli ha forse pensato di giocarsi ad armi pari la gara, ma non è riuscito a creare in fase offensiva quanto sperato, è stato un tantino supponente e presuntuoso, anche perché non siamo di fronte ad una grande squadra, anche se ha dimostrato di avere un gioco…ogni tanto il calcio è fatto di piccoli accorgimenti tattici e qualche alchimia che serve a vincere le gare più improbabili e contro una Juventus in strabordante forma fisica era forse meglio essere prudenti, attaccando gli avversari in fase di non possesso, con umiltà e concentrazione, chiudendo varchi e spazi sul nascere.
Gli episodi hanno la loro importanza, ma la gara non è stata decisa solo da quelli, che incidono quando le contendenti si equivalgono in campo….
Insomma una sconfitta che brucia, ma che mantiene inalterate le speranze aritmetiche di puntare alla vetta della classifica…evidentemente non abbiamo imparato la lezione con Arsenal e Roma…e ci siamo nuovamente fatti sorprendere contro avversari forti…percorso di crescita
…attenzione il prossimo avversario forte sarà il Dortmund e non credo che avremo speranze affrontando la gara in Germania con questa testa…quindi armiamoci (di buone intenzioni) e prepariamoci alla battaglia…