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Una pagina di storia : Napoli-Liverpool 4-1 al Maradona

Il Napoli aggiunge una pagina gloriosa di storia al Maradona, giocando una partita adrenalinica ed entusiasmando, annichilendo una delle squadre più blasonate del calcio Mondiale.

E’ vero, il Liverpool aveva già perso 2 volte qua, (3 volte su 3 il suo grande allenatore, se si aggiunge la vittoria col Dortmund), ma mai in maniera così netta e roboante : 4-1 con reti di Piotr (doppietta con gol in apertura su rigore e chiusura), Anguissa e Simeone (in gol al debutto europeo in Champions, con tanto di lacrime e emozione).

C’erano tutti i presupposti per vedere una partita esaltante, un Maradona gremito all’inverosimile (sold out), il Pocho Lavezzi bordocampista di Amazon (con Fabio Cannavaro) e un immenso Dries Mertens a tifare sugli spalti, che non si è voluto perdere il debutto della sua squadra del cuore nella sua città di adozione, sfruttando il primo viaggio pagatogli dal Galatasaray per Napoli.

Un Napoli carico a pallettoni ha mostrato uno spirito battagliero e aggressivo sin dal calcio di inizio, con giocatori tarantolati nell’aggressione alla prima impostazione dei reds.

Il primo tempo più esaltante della storia con i 30 minuti del Napoli di Diego al Real Madrid, ma un gradino anche sopra delle emozionanti sfide di passato (in Uefa) e più recente storia con Mazzarri (City, Chelsea), Rafa (Dortmund, Arsenal), Sarri (sebbene sconfitti da Real e City, ma con sprazzi di gran calcio), Ancelotti (2 volte il Liverpool, ma anche Psg).

Un Napoli giovane, energico, travolgente e a tratti devastante.

Reds mai in partita dal 1° minuto al 90°, con gli azzurri che oltre ai 4 gol hanno come sempre creato e anche un pò sciupato (palo di Osimhen, gol già fatto e salvato miracolosamente su Kvara a colpo sicuro, rigore sbagliato da Osimhenm parato da Alisson e tante altre occasioni).

La squadra di Klopp uscita veramente con le ossa rotte dal campo.

Con qualche assenza importante a centrocampo, sfruttata magistralmente dagli azzurri, che non solo hanno dominato con i nostri 3 condottieri in quella zona, ma che hanno indotto Klopp ad alzare di 10-15 metri il baricentro per non lasciare spazi tra le linee (come capitato contro l’Everton), lasciando però praterie alle loro spalle, sfruttate dalla velocità di singoli e manovra della squadra azzurra, che ha pasteggiato e bivaccato dietro il culo della linea difensiva inglese, favoriti anche dal vantaggio immedito e meritatissimo.

Cosa vogliamo aggiungere? Anche una prestazione collettiva e individuale magistrale.

Il ritorno e risveglio cattivo del mansueto Meret

La carica del Capitano Di Lorenzo ( a cui perdoniamo ovviamente l’unica distrazione della partita)

Il muro Rrahmani-Kim, veramente 2 giganti.

La garra di Olivera, al debutto in Champions, ci ha fatto riscoprire l’ebrezza di avere 2 terzini sinistri di ruolo validissimi.

La regia di Don Stan Lobotka, imprescindibile in questo Napoli al fianco di chi è il monumento della squadra, Frank Zambo Anguissa, che ha dominato in modo a tratti surreale la scena.

La voglia, la tecnica e il costrutto di un immenso ritrovato Zielinski, che vediamo finalmente volitivo, sveglio, pimpante e scattante in questo inizio di stagione, con una tecnica sopraffina mai messa in dubbio.

Un Osimhen tarantolato ed efficace, nonostante il rigore procurato e sbagliato e un gol che poteva già sbloccare la gara dopo una manciata di secondi.

Un Politano generoso ed efficace.

Poi un alieno georgiano, che ha messo a ferro e fuoco l’intera retroguardia inglese, annichilendo un tal Alexander-Arnold,, a tratti ridicolizzato.

Poi anche il Cholito Simeone in rete (entrato per un risentimento muscolare ad Osimhen, in dubbio per le non perfette condizioni nei giorni antecedenti il match), nel debutto sognato da una vita nella tatuata Champions.

Nella ripresa dopo il 4-0 di Piotr e il gol della bandiera degli avversari, un Napoli che non ha mollato e ha saputo gestire alla grande la gara, anche con le sostituzioni, molto bravi Zerbin e Lozano (al netto di qualche egoistica conclusione) , con sprazzi di Marione nel finale ed Elmas.

Che gioia, che emozioni, una serata indimenticabile anche per Spalletti, che con la clavicola rotta ed acciaccato, ha faticato a mantenere l’aplomb del convalescente.

Tecnico bravo e preparato, che ha subito qualche contestazione di troppo, anche da parte mia, non per il suo indiscusso valore, ma per scelte a volte non condivise, che non ci hanno consentito già dalla passata stagione di fare quello step che manca noi e a lui per essere considerati dei vincenti, nonostante la creazione di premesse confortanti.

Insomma un 4-1 roboante, che non lascia spazio ad altre considerazioni calcistiche, se non la gioia e l’immensa goduria che la serata magica ci ha regalato.

Napoli vincente e che si candida al ruolo di outsider protagonista nel Girone di Champions.

Meglio non si poteva iniziare

#FNS

 
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