Il debutto del pubblico al Maradona è vincente, ma non senza le proverbiali sofferenze, che non mancano mai per il tifoso partenopeo.
Capienza ridotta, ma tanta colpevole disorganizzazione (alla quale ho dedicato un apposito articolo, che vi invito a leggere).
Ma parliamo della gara e di calcio.
Con un non mercato del Napoli, preventivato e preventivabile senza cessioni (che pure è buono) e una rosa che dovrebbe essere completata, si inizia il Campionato a mercato aperto (usanza deprecabile).
E’ il debutto anche di Luciano Spalletti sulla panchina azzurra, tecnico esperto e scafato, che ha ben condotto la fase di ritiro pre Campionato, facendo di necessità virtù, ben comprendendo che il suo schema di gioco, il 4-2-3-1, senza elementi adatti da prendere sul mercato, sarebbe stato inapplicabile, ed è passato a un 4-3-3 ben più congeniale alla rosa e agli elemnti a disposizione.
Situazione dettata dalle caratteristiche degli uomini del centrocampo : 2 metodisti davanti alla difesa (Lobotka e l’infortunato Demme) e 4 mezzeali (Fabian, Piotr, Elmas e allo stato Gaetano), che impongono il cambiamento, senza dover adattare chi, per caratteristiche tecnico tattiche, fa fatica a giocare a 2 in mezzo al campo.
Spalletti deve fare a meno di Demme e Mertens (entrambi operati e arruolabili non prima di un mese e mezzo o forse 2), con Ghoulam out e in fase di recupero (tutto da decifrare per lui, infortunato da 3 anni con rare mistiche apparizioni a mezzo a servizio, anzi facciamo un quarto di servizio).
In rosa Gaetano, Palmiero, Zanoli (3 prodotti del vivaio azzurro) a completare l’organico con Ounas (ancora in bilico tra rinnovo e partenza).
Spalletti può già essere contento per non aver perso pezzi da 90, su tutti Koulibaly, oltre a Insigne, alle prese con un problematico e anche mediatico rinnovo.
Si inizia col 4-3-3 come detto : Meret (scelto quest’anno per fare il titolare, con le spalle coperte da Ospina), Di Lorenzo, Manolas-KK. Rui (unico terzino sinistro di ruolo, ahinoi), Lobotka davanti alla difesa (si imposta a 3, con i 2 difensori e un terzino a supporto), Piotr e Fabian mezzeali (con posizione sempre tra le linee avversarie, e tridente Politano-Osimhen-Insigne.
Debutto anche per il Venezia e il suo allenatore Paolo Zanetti, a soli 38 anni, stessa età del terzino sinistro che manda il campo, l’ “esperto” Molinaro.
Schema speculare per i lagunari, 4-3-3
Maenpaa tra i pali, difesa a 4 Ebuehi – Caldara-Ceccaroni-Molinaro, centrocampo a 3 Peretz-Fiordilino-Heymans e tridente Di Mariano (a destra), Forte (punta centrale) e Johnsen (a sinistra).
La partita è stata condizionata dalla prematura espulsione di Osimhen, arrivata al minuto 23 per una ingenua e plateale manata su corner a un difensore del Venezia, che ha indotto l’arbitro a mostrare il rosso. Scelta non scontata, ma possibile per un gesto che il nigeriano avrebbe potuto e dovuto evitare.
La gara può essere divisa in 3 parti : i primi 23 minuti, dall’espulsione al rigore di Insigne e quella post vantaggio.
I PRIMI 23 MINUTI
Napoli aggressivo, Venezia schiacciato che bada solo a difendere.
Si imposta a 3, 2-3 azzurri sempre tra le linee (Piotr-Fabian e Lorenzo), Rui e Politano a dare ampiezza.
Il Napoli gioca sugli esterni, con le corsie centrali intasate, cercando di allargare il fortino lagunare, come tattica insegna. Difatti Piotr e Fabian toccano pochi palloni.
Osimhen il migliore, vederlo dal vivo per la prima volta impressiona per velocità e movenze, un pericolo costante per gli avversari.
Al minuto 10 si alzano prepotenti i cori per Diego.
Sfiora 3 volte il gol con 2 tiri dalla distanza e un rimpallo con pressing sul portiere e deviazione su rinvio dell’estremo difensore che esce di poco. Sfortunato.
Il Napoli ci prova con Insigne (3 punizioni calciate sulla barriera, la prima ben indirizzata), con untiro in diagonale di Di Lorenzo che fa la barba al palo e una conclusione ravvicinata di Politano, dopo preciso e solito taglio su consueto lancio millimetrico di Insigne dalla sinistra.
Un’occasione per il Venezia (che si affaccerà di rado dalle parti di Meret per tutta la gara), grazie a una palla persa ingenuamente da Piotr in zona pericolosa (una delle poche toccate da Zielinski sino a quel punto)
Insomma il Napoli gioca, crea e il gol pare nell’aria sino all’espulsione di Victor.
DALL’ESPULSIONE al GOL di INSIGNE
Senza Osimhen Spalletti disegna un 4-4-1 con Insigne di punta e Piotr e Politano larghi, con licenza di accentrarsi in fase di possesso per coadiuvare il Capitano.
Botta al ginocchio subito per Zielinski, costretto ad uscire per un Elmas in gran forma, che avrebbe meritato un posto già nell’11 titolare (va il doppio rispetto a fabian e Piotr).
Il Venezia non muta atteggiamento e il Napoli non riesce ad essere pericoloso e la frazione si chiude sullo 0-0.
Ritorna in campo un Napoli determinato, partita spezzettata dai falli, con ben 6 giocatori del Venezia ammoniti.
Il Napoli beneficia di ben 2 rigori a cavallo del primo quarto d’ora, per 2 falli di mano identici e netti (braccio largo e scomposto)
Li calcia entrambi il Capitano, il primo lo sbaglia, allargando troppo il tiro, il secondo lo segna con decisione e forza.
Napoli in vantaggio.
DOPO il RIGORE del VANTAGGIO
Il Venezia è poca cosa (arriva pericolosamente 2 volte sole dalla parte di Meret, con palo esterno di Forte), ma il Napoli con impeto, dedizione e sacrificio gioca un gran bel finale di gara, riparte anche grazie all’inserimento di Lozano, capace di puntare la porta e dopo azione in velocità è Elmas a trovare il fondamentale gol del raddoppio con untracciante rasoterra.
Non ci resta che gestire il vantaggio nei 15 finali, in cui entrano anche un buon Gaetano e Petagna, per tenere palla alta e far respirare la squadra.
Finisce 2-0
Buona la prima
Bravi ragazzi e bravo Spalletti
#FNS