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Il Napoli cade a Bergamo e dice addio (anche) alla Coppa Italia

Il Napoli perde a Bergamo 3-1 e lascia all’Atalanta il pass per la finale di Coppa Italia contro il Piemonte Calcio.

Dopo il poco edificante 0-0 dell’andata, con le tegole Manolas e KK, che si aggiungono a quelle di Fabian (verso il rientro) e Mertens (ancora in Belgio per i guai alla caviglia), c’erano poche certezze su questa gara di ritorno, se non la speranza del tifoso, che è l’ultima a morire.

Il Napoli rabberciato e con mezza difesa out regge poco, prende 2 gol abbastanza da polli  e si ritrova sotto 2-0 dopo poco più di 15 minuti.

Reazione inesistente, l’Atalanta si accontenta e non infierisce e si chiude uno dei primi tempi più inguardabili della storia azzurra.

Non perchè giocato male, ma perchè non giocato proprio.

Nella ripresa Gattuso cambia schema 4-2-3-1, c’è un accenno di risveglio e il Napoli segna il gol del 2-1 con l’unico giocatore degno di indossare la maglia azzurra ieri, il solito Lozano.

Addirittura arriva un’occasionissima per Osimhen, con Gollini miracoloso a respingere da pochi passi.

Poi il Napoli si addormenta di nuovo e Pessina entra nella difesa azzurra come una lama nel burro, saltando agevolmente Di Lorenzo appena dentro l’area e con tocco felpato anticipa anche un Ospina leggermente in ritardo nell’uscita.

3-1, partita chiusa.

Niente finale di Coppa Italia e 10^ sconfitta stagionale per gli azzurri.

Tante, troppe, le cadute, per far finta di niente.

Partite ogni 3 giorni, assenze, infortuni pesano, ma non possono costituire un alibi all’andamento delle ultime gare e a questa serie di sconfitte abbastanza avvilenti.

Avvilenti perchè arrivano senza reazione, il Napoli subisce, si piange addosso, si autoinfligge, determina le gare in negativo e poi fa poco o nulla per recuperarle.

Nessuno voglia particolare, nessuno spirito battagliero, nessuna coesione nelle difficoltà, squadra slegata e molto svogliata.

Tra strafottenza e impotenza.

Prassi vuole che quando sui superano certi limiti a pagare sia l’allenatore, nel caso specifico autore di parecchi errori, ancora in sella per gli alibi assenze e infortuni, ma comunque per nulla abile a porvi rimedio.

La società ha aspettato, tergiversato, forse sperato che le cose migliorassero, ma a un certo punto vanno presi provvedimenti, tanto peggio di quello che si è visto sino ad ora non può accadere.

Siamo ancora in corsa per EL e 4° posto, ma continuando così si può attendere solo di perdere i residui obiettivi.

La società è chiamata a prendere decisioni e qualora non lo facesse sarebbe unica responsabile di eventuali (e non sperati) esiti fallimentari della stagione.

#FNS

 
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