Il Napoli riesce a portare a casa i 3 punti, da favorito sulla carta, riuscendo a vincere a Fiume il primo dei 2 match contro il Rijeka, posizionandosi per il momento a pari punti con Real Sociedad e AZ in testa al Girone di EL.
Le reti di Demme e un autogol, sono state per fortuna sufficienti e ribaltare il vantaggio iniziale dei modesti e volenterosi avversari.
Saranno sufficienti i 3 punti nel ritorno e almeno 2 pareggi nelle ultime 2 (o una vittoria naturalmente) per la qualificazione ai 16esimi di finale (sarebbe importante arrivare primi, tra l’altro, per evitare teste di serie e le retrocesse dalla Champions).
Una partita giocata male, malissimo, un Napoli a tratti inguardabile, soprattutto nel primo tempo, al cospetto di un avversario modesto (rosa di 16 MILIONI, di livello pari ad una media squadra di serie B in Italia), che poteva addirittura metterci sotto e che per nostre lampanti mancanze e deficienze a tratti abbiamo fatto sembrare il Real Madrid.
Un primo tempo inguardabile, in cui gli azzurri non sono riusciti, non solo a costruire quasi niente di positivo, ma hanno rischiato il tracollo e di andare sotto in maniera pesante nel punteggio, subendo, senza colpo ferire, tante ripartenze e occasioni potenzialmente da rete, salvati da una buona dose di fortuna e da qualche parata di Meret.
Solo per pura casualità si è andati al riposo sull’1-1, risultato che ha premiato oltre il dovuto gli azzurri, che sono venuti a capo della gara grazie a un autogol nella ripresa, giocata leggermente meglio, soprattutto per gli innesti in corso.
Gattuso ha praticato un ampio turnover, 7 elementi, oltre a Meret (in campo per l’alternanza con Ospina) e Maksimovic, out lo squalificato Osimhen (gioca Petagna), riposo per Hysaj, Fabian, Bakayoko, Lozano; mentre Insigne e Piotr , ancora non al meglio, iniziano in panca.
Di nuovo 4-2-4, ma più accorto con il rientrante Elmas al posto di Insigne e con la coppia centrale Demme-Lobotka, che ha fatto malissimo e che non credo verrà più riproposta “da qui alla fine dei giorni”.
Purtroppo, come già accaduto con l’AZ, la testa e l’approccio alla gara non sono stati quelli giusti, altra gara affrontata come una scampagnata fuori porta e ricca di insidie per motivi anche tattici, ma che da soli non basterebbero a giustificare lo scempio visto nella prima frazione.
Nei primi minuti già si è dovuto assistere a 6 chiusure dei centrali azzurri, il che già lasciava presagire una serata complicata, ma la situazione è ben presto peggiorata.
Il Napoli ha incontrato le stesse difficoltà contro una squadra chiusa a riccio, ma stavolta ha anche concesso numerose ripartenze, per distrazioni, palle perse, mancanza di foga agonistica e distanza tra i reparti.
Squadra scollata, poco lucida, poco attenta, molto fragile e farfallona : non un contrasto vinto, mai arrivati per primi sulle seconde palle, buchi centrali, terzini asfaltati sulle fasce, scalate e scivolamenti in ritardo.
Tutto quello che si poteva combinare in negativo lo abbiamo fatto.
Per fortuna gli avversari sono stati poco lucidi nelle conclusioni, Meret ci ha salvato in almeno 3-4 occasioni, poi ci hanno pensato gli attaccanti del Rijeka, bravi a costruire le ripartenze, molto meno a concluderle (ci ha salvati anche un clamoroso palo).
Contro le squadre chiuse, lo sappiamo a menadito, si devono alzare i terzini e gli esterni offensivi si devono accentrare : nelle volte in cui è capitato i terzini non hanno rischiato un cross e quando lo hanno fatto, lo hanno sbagliato.
Gli esterni, invece, non sono riusciti a giocare una palla, con Mertens, come capita ormai da 4 gare, imbottigliato tra le linee, poco concreto e stranamente inefficace in fase di conclusione.
Impossibile verticalizzare, non solo per la mancanza di spazi, ma soprattutto per la posizione di Demme e Lobotka, che lasciavano impostare i difensori centrali (lo diciamo sempre, quando tocca a KK impostare si comprende subito che non è giornata), schiacciandosi spalle alla porta avversaria sulla linea del loro bassissimo baricentro, quindi impossibilitati sia a giocare palla che a riceverla.
Manovra lenta, mai un’accelerata, mai un’invenzione, piatti e addirittura sbadati, controlli di palla approssimativi, mai un triangolo, un fraseggio tentato e soprattutto scoperti in mezzo.
Se i tuoi 2 centrocampisti, zona cruciale del campo in cui si deve sviluppare la manovra, , vanno a schiacciarsi nella trequarti avversaria, in attesa di ricevere improbabili palloni spalle alla porta (avversaria), una volta che perdi palla non puoi che subire la ripartenza a campo aperto, perchè loro 2, con passo compassato e lento, non potranno mai recuperare sugli avversari (molto più rapidi tra l’altro) e percorrere 50 metri di campo rinculando.
Cavolo, un tempo intero c’è voluto per capirlo e di questo dò le colpe anche a Gattuso.
Per fortuna si è chiuso il tempo sull’1-1 (ne potevamo prendere 3-4) e per fortuna a inizio ripresa ci ha salvati un palo clamoroso.
I primi 2 cambi dopo circa un’ora con Lorenzo e Fabian per un evanescente Elmas e un ingurdabile e Lobotka (ragazzo che può umilmente dire la sua da centrale a 3, ma che a 2 offre poca qualità rispetto a quello di cui abbiamo bisogno).
Il tasso tecnico, veramente basso sino a quel momento in campo, con i 2 primi innesti è cresciuto e ci ha concesso quantomeno di gestire meglio la situazione, pur senza progressi notevoli.
La ripresa è andata leggermente meglio, come detto, è arrivato il vantaggio fortunoso del 2-1, loro sono vistosamente calati e non avevano più energie per le ripartenze, mentre gli azzurri hanno potuto gestire meglio campo e palla, riuscendo ad arrivare in numerose occasioni (sprecate) vicini al terzo gol, che non avremmo neppure meritato in realtà.
Sono entrati Lozano, Piotr e Ghoulam (che ha dimostrato, almeno per una decina di minuti, di non aver dimenticato come si gioca a pallone…facendo aumentare i rimpianti più che far rinascere nuove speranze, per quel che mi riguarda).
Insomma l’Az era una rondine che poteva non far primavera, ma poi sono arrivati Sassuolo e Rijeka e un pò dobbiamo alzare i radar e comprendere come ovviare a questa situazione, tattica e di uomini in campo.
Il Bologna, squadra ostica e ben organizzata, con un attacco in gran forma, sarà un banco di prova fondamentale prima della deleteria e inutile sosta delle Nazionali.
Dobbiamo recuperare uomini alla causa e autostima, non solo chi era fuori e ritorna (Insigne, Piotr e Elmas), ma anche chi è andato in campo perdendo la bussola (Osimhen, Mertens, Di Lorenzo su tutti), al netto della concentrazione di altri ancora, che non può diventare intermittente (KK, Mario Rui su tutti che hanno bisogno di stare sempre sul pezzo e non rilassarsi mai).
Insomma quando la situazione si fa dura, i duri cominciano a giocare, vediamo se Gattuso sarà bravo a riportare la quadra nel gioco degli azzurri.
In bocca al lupo Mister
#FNS