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Il Napoli “bullizza” Gasp per un tempo, poi si ferma : 4-1 all’Atalanta

Il Napoli torna in campo dopo le poco edificanti vicende della trasferta di Torino, inibita dalla ASL, e prende a schiaffi l’Atalanta di Gasperini con un perentorio 4-1, annichilendo l’avversario nel primo tempo e chiudendo ovviamente la gara con le reti di Lozano (doppietta), Politano e Osimhen (alla sua prima rete ufficiale in maglia azzurra).

Una prima frazione spettacolare degli azzurri, in sollucchero i tifosi, soddisfatti per il gioco espresso, per le reti della vittoria contro un’avversaria che alla vigilia sembrava quasi imbattibile, una vera e propria corazzata che rifilava gol senza problemi a tutte le contendenti.

Una vittoria che rende gli azzurri un pò più consapevoli dell’enorme potenziale offensivo a disposizione, con una delle rose più forti, complete e competitive di sempre (nonostante qualche piccola mancanza, per ora sopperita e coperta…non si ha la presunzione della perfezione, ma non siamo abituati a questo).

Bakayoko al debutto, ha mostrato la sua importanza per lo schema scelto, un  4-2-4 molto offensivo, a cui per il momento basta un tempo o una frazione di gara per far propri i 3 punti e battere l’avversario, senza nemmeno attendere le fasi conclusive dei 90 minuti, vissuti senza ansie e patemi.

Un calcio molto diverso da quello proposto da Gattuso in precedenza, non solo nello schema.

Abbandonato il 4-3-3, che sembrava immutabile e un fermo credo dell’allenatore, che lo ha praticato, alle sue prime apparizioni sulla panchina azzurra, pur in assenza di un regista o un metodista e anche successivamente, con l’arrivo di 2 buoni giocatori come Demme e Lobotka : 2 metodisti, 2 onesti geometri, ma che non garantivano qualità e differenza, ma un necessario equlibrio in un momento storico delicato, regalandoci anche un insperato successo in Coppa Italia, per come si erano messe le cose.

Un calcio verticale, in velocità, poco avvezzo allo sterile palleggio in fase di inizio azione, che sfrutta al meglio le caratteristiche di giocatori rapidi, come Osimhen e Lozano, senza rinunciare alla fantasia e all’imprevedibilità dei suoi funamboli, come Dries e Lorenzo. Una menzione per Politano, ma anche Petagna a breve darà il suo contributo.

Un calcio concreto e essenziale, ma anche molto spettacolare nello sviluppo dell’azione offensiva, molto meno articolata, ma sorprendentemente pungente e aggressiva, sempre alla ricerca di spazi e profondità.

Un Napoli a tratti dirompente.

La squadra pressa, ha il baricentro altissimo, ha la copertura difensiva di Bakayoko, forma e sostanza in campo, marcatori rapidi, che possono giocare alti (lo aveva previsto anche Ancelotti, ma senza adeguata copertura a centrocampo…errore non veniale), un terzino sale, uno resta a coprire, la squadra si aiuta e cerca l’immediato recupero palla, anche nell’intento di bloccare le  ripartenze avversarie.

Insomma un bell’inizio, un bel vedere, che lascia presagire una stagione importante e con un potenziale divertimento assicurato (Covid permettendo).

Ma veniamo alla gara.

Gattuso sceglie subito il 4-2.4, un azzardo all’apparenza, soprattutto per il valore e il modo giocare dell’avversario, ma alla fine, anzi sin dal principio, avrà ragione lui.

4 attaccanti (Lozano-Politano-Mertens-Osimhen), 2 centrocapisti (Bakayoko e Fabian,uno con compiti tattici fondamentali, l’altro con funzione di regia e non solo), una linea di 4 con Di Lorenzo e Hysaj a turno a stringersi in alternanza, per aiutare i 2 centrali e al contempo a coprire sugli esterni bergamaschi, che sono seguiti bene e contenuti da Lozano e Politano.

Ecco, uno dei punti chiave è stato questo : l’arma esterni dell’Atalanta disinnescata. Bravo Gattuso a spostare Lozano a sinistra, tenendo Politano a destra su Gosens, favorito anche dalla assenza di Hateboer, con il messicano che ha potuto contenere e massacrare il giovane sostituto, Depaoli, che fisicamente ha struttura ben diversa da Hateboer ed era più contenibile dal Chucky in ripiegamento e sicuramente più attaccabile dalla velocità dell’esterno azzurro.

Dries vero jolly e regista offensivo, bravo tra le linee a impensierire e disorientare lo schema di Gasp, micidiale Osimhen, scatti continui e sempre 2 uomini incollati, che hanno consentito di aprire gli spazi ai compagni, senza per questo limitare o depotenziare l’onda d’urto dell’incontenibile nigeriano, uno che farà vedere i sorci verdi a tutta la serie A.

Insomma il 3-4-2-1 di Gasperini mandato in bambola sin dai primi minuti, nonostante un Papu in vena (suoi i pochi spunti iniziali della gara) e il ritorno del buon Ilicic, che hanno avuto poco tempo e spazio per supportare uno Zapata mai entrato in partita.

Una buona diga in mezzo al campo e micidiali sugli esterni, con doppia copertura di terzini e ali, ma bravo Lozano ad accentrarsi in fase di possesso , andando a dialogare e pungere con Dries e Osimhen.

Ben 19 le conclusioni degli azzurri, quasi tutte nel primo tempo, 4 reti su 15 tentativi.

La prima da un’azione ben congegnata sull’out di destra e cross di Di Lorenzo e deviazione vincente di Lozano sul secondo palo, dopo deviazione, che taglia fuori il possibile tap in di Osimhen.

La seconda con un tiro ben calibrato di Lozano che apre all’angolino alla sinistra del portiere.

Terzo gol spettacolare di Politano, dopo lungo e veloce giro palla (qualcuno ha contato i tocchi come ai tempi di Sarri? Mi sa che sono stati tanti senza far vedere la palla all’avversario) e gran tiro di sinistro dell’ala azzurra da fuori a fil di palo.

Il 4° di voglia e prepotenza di Osimhen che trova con un lungo rasoterra l’angolo più lontano dal portiere e si insacca.

Nel mezzo altre occasioni, tanto Napoli, poca Atalanta.

Le inquadrature su Gasp, le sue urla ALLA SECONDA RETE PRESA E LA SUA INCREDULA IMPASSIBILITA’ ALLE ALTRE RETI SEGNATE, CON SUPINA RASSEGNAZIONE, MOMENTI DA INCORNICIARE, PIU’ CHE DA INQUADRARE.

Nella ripresa si contiene senza infierire, prendendo il gol della bandiera, ininfluente.

5 i cambi, prima Ghoulam per Politano (con Lozano che si sposta a destra e Faouzi che va a fare l’esterno alto di sinistra), poi dentro Lobotka per Bakayoko e Malcuit per Dries (che si piazza alto a destra con Lozano che si accentra accanto a Osimhen), nel finale entrano anche Demme per fabian e Petagna per Osimhen, a gara in pratica conclusa.

Si riparte con L’EL, primo avversario l’AZ Alkmaar al San Paolo, altra squadra che garantisce gara aperta e spettacolare, inferiore agli azzurri, anche se con molti giovani bravi da tenere d’occhio (su tutti Koopmeiners, Boadu e Stengs, ma ne parlerò in approfondito speciale).

A giovedì, sperando in un Napoli spettacolare anche in Europa.

#FNS

 

 

 
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