Santo Stefano amaro per il Napoli, che perde testa e partita nei minuti finali a Milano contro l’Inter, 1-0 con rete decisiva nei minuti di recupero di Lautaro Martnez.
Gli azzurri finiscono in 9 una gara equilibrata, non giocata granchè bene, ma che senza l’espulsione di Koulibaly – migliore in campo e beccato di continuo da parte del pubblico di San Siro con ululati che, sinceramente, hanno ribadito la pochezza e la stupidità di parecchi frequentatori degli Stadi, forse troppi – sarebbe finita diversamente con ogni probabilità.
La poca chiarezza sul regolamento circa la sospensione delle gare per intemperanze di stampo razzista è arrivata a un punto imbarazzante e forse di non ritorno, serve una sferzata ed evidentemente un gesto eclatante per ristabilire l’ordine delle cose, anche se questo potrebbe comportare la perdita di gara e punti.
Se si deve perdere la partita , forse è meglio che sia attraverso una protesta inscenata per una buona causa, piuttosto che finirla da cornuti e mazziati.
Mazzoleni ha, tramite il quarto uomo, fatto richiamare il pubblico per ben 3 volte, ma senza risultati apprezzabili.
Questo è il punto cruciale, non certo quello delle 2 espulsioni, sacrosante a termini di regolamento del campo per quanto riguarda il comportamento dei giocatori azzurri.
Quello che si è udito dagli spalti invece doveva e dovrà avere ben altra risonanza e prevedere decisioni e sanzione chiare, che non lascino spazio a interpretazioni o tolleranze di turno, altrimenti è tutto il sistema calcio che ne perde, non si devono tutelare solo i Campioni e i patrimoni.
Il problema è che il razzismo non prevede perdite economiche e di sistema, almeno sulla carta, e in una Paese allo sbando come l’Italia, ormai ci si regola solo in base ai denari e quando questo prende il sopravvento è l’inizio della fine.
Quella che era stata una non eccezionale partita di calcio si è trasformata nell’ennesima occasione per dar voce alla stupidità di parte del pubblico, circostanza che stavolta ha anche influito sul risultato finale.
Purtroppo non si tratta di una parentesi da archiviare.
Ci si è stancati di sopperire alle falle di un sistema, che ormai fa acqua da tutte le parti, e di assitere supinamente ad uno scempio condito da ignoranza e pressapochismo.
La gara di ieri è stata condizionata non dall’arbitraggio in senso tecnico, ma dalla non applicazione del regolamento per urla (ululati) di matrice razzista.
Una piaga sulla quale dovranno intervenire le massime autorità calcistiche internazionali, perchè è un fenomeno che riguarda tutti, a prescindere dalla civiltà di un sistema che è intenzionato a porvi rimedio, applicando le sanzioni.
La partita è stata bruttina, il risultato conta fino a un certo punto, la stupidità, invece , regna sovrana.
Nulla cambierà solo se niente verrà fatto.