Il Napoli vola in semifinale di Coppa Italia, la terza negli ultimi 4 anni (ne abbiamo vinte 5, 2 nell’era De Laurentiis), battendo la Fiorentina al San Paolo per 1-0, grazie alla rete n.10 in stagione di Callejon (che si aggiunge ai suoi 9 assist).
Un’altra vittoria sofferta e per questo ancora più importante, una vittoria di squadra, che ha confermato l’evoluzione mentale degli uomini di Sarri, che hanno cominciato ad assaporare il piacere di vincere soffrendo, aldilà del gioco.
La voglia , la cattiveria e la perseveranza nell’inseguire la posta in palio a volte latitava nel Dna di questa squadra, abituata a vincere (a volte a stravincere) attraverso il gioco e la verve degli uomini migliori.
Il cammino di crescita anche mentale dà grande fiducia per il prosieguo e non pone limiti per le gare a venire.
Questo, oltre all’obiettivo raggiunto, sembra il vero passo in avanti (che ha bisogno di conferme nel medio-lungo periodo) degli uomini di Sarri a questo punto della stagione.
Da non trascurare che il Maestro, pur avendo una rosa più competitiva rispetto a quella della passata stagione (seppur con giovani ed elementi ancora da forgiare e da indottrinare per il suo credo calcistico), ha dovuto fare i conti con numerose defezioni, non avendo mai a disposizione tutti gli effettivi, il materiale al completo.
Gli infortuni
- di Chiriches (all’inizio ha costretto a un vero tour de force la coppia Koulibaly-Albiol, determinando l’infortunio di Raul),
- di Milik (che ci ha ingolfato le partite immediatamente successive, con punti preziosi persi e difficoltà successive)
- dello stesso Albiol (che è stato a lungo assente, facendo diventare la nostra difesa più insicura e più perforabile)
- poi di Koulibaly e Ghoulam (privandoci, finora in maniera per fortuna non incisiva, della coppia centrale titolare per altre gare…solo 12 con i titolari su 29 partite).
Ma anche quello di Tonelli.
Non dimentichiamo l’apprendistato di Diawara (che ha fatto il suo debutto dopo mesi), di Maksimovic (ancora con qualche difficoltà di apprendimento), l’inserimento solo a metà stagione di Tonelli in squadra (e in campo), le difficoltà di Gabbiadini (emerse nella loro interezza dopo l’infortunio di Arek e oscurate dall’esplosione di Mertens nel nuovo ruolo) e ora quelle momentanee di inserimento e forma di Pavoletti.
Nonostante tutte queste difficoltà obiettive, siamo terzi in Campionato, agli ottavi col Real in Champions e in semifinale di Coppa Italia, risultati eccezionali e ancora più strabilianti se si considera quanto appena detto.
Una standing ovation per Sarri allora, ma anche per il gruppo eccezionale che ha saputo in gran parte sopperire alle difficoltà e che, nel caso potesse contare da qui al termine su tutti gli effettivi, ci farà godere parecchio.
Una menzione speciale per Callejon, Man of the match ieri (con Reina e tanti altri), non solo per la prestazione e per la rete della vittoria, ma per i suoi numeri in maglia azzurra :
- 10° gol stagionale e 9 assist
- ma soprattutto 187 gare su 189 in campo, con 55 gol e 42 assist, l’Highlander azzurro assente solo in 3 occasioni (con Villareal e Sassuolo nel 2013-14 e in parte con lo Spezia, entrato nella ripresa)
Ma veniamo alla gara di ieri.
Sarri deve fare a meno di Koulibaly (ai quarti in Coppa D’Africa) e Ghoulam (che sarà di ritorno a ore, con la sua Algeria eliminata un pò a sorpresa, anche con suoi errori), dell’infortunato Chiriches (spero recuperabile col Palermo domenica, chissà) e del recuperato, ma ancora non arruolabile, Milik.
Scelte non facili per il Mister, alla luce dei soli 3 giorni di riposo post Milan, ma con tanta voglia di raggiungere la semifinale e andare avanti in Coppa Italia, obiettivo raggiungibile e meno difficile degli altri.
Sarri ci tiene alla Coppa Italia (brucia ancora l’eliminazione della passata stagione con l’ortaggio indigesto), anche perchè non avrebbe digerito l’eliminazione “da escluso”, a causa delle 2 giornate di squalifica comminategli e, indicazioni dello staff medico permettendo, schiera la migliore formazione possibile.
Nella difficoltà dentro ancora una volta Hysaj e Strinic (sempre forzatamente presenti nel 2017, ad eccezione di Maggio schierato col lo Spezia), in campo Albiol, con Maksimovic al fianco (Tonelli , giocando meno, ha tempi di recupero un pò più lunghi e sembrava giusto far giocare Maksi, concedendogli fiducia e confidenza col campo).
Scontato il turn over a centrocampo, con Zielinski e Diawara che ormai valgono i titolari (e forse anche qualcosina in più di Allan e Jorginho attualmente), senza rinunciare alla personalità e alle giocate del Capitano.
Riposo per Mertens, uscito distrutto da S.Siro (e utile nella ripresa a muscoli pesanti) e debutto dal primo minuto per Pavoletti, anche per testarne condizione e assimilazione di movimenti con il resto della squadra.
Sousa un pò a sorpresa rinuncia a 2 pedine importanti, facendo partire in panca Borja Valero e Ilicic, schierando i più inesperti e teneri Cristoforo e Olivera dal primo minuto.
Infortunio pesante nelle retrovie con Gonzalo Rodriguez out, al pari dello squalificato e partente Zarate (direzione Watford).
La Fiorentina propone una difesa a 3, che di sovente si traforma a 4 (con Sanchez e Olivera che si stringono su Insigne e Callejon), i possenti Badelj e Vecino a schermo e regia, tridente con Chiesa (a destra sul lato di Strinic)-Bernardeschi (libero di svariare su tutto il fronte offensivo) e Kalinic, con Cristoforo a supporto, deputato a tamponare sul nascere l’impostazione di Diawara.
Inizio con fase di studio, il Napoli palleggia in discreta sicurezza e Fiorentina molto chiusa.
Il Napoli muove la palla su tutto il fronte offensivo, ma commette qualche errore di troppo in fase di ultimo passaggio, non riuscendo a creare pericoli.
L’azione degli azzurri è fluida, ma difetta in precisione col passare dei minuti, Insigne sbaglia la misura di alcuni passaggi (e perde qualche pallone), Hamsik fa il compitino e sembra un pò seduto (anche per lui qualche errore).
Nei primi 20 minuti non si vedono grosse occasioni create, anzi la prima è per i viola con un tiro da fuori di Bernardeschi dopo ripartenza favorita da una palla persa banalmente da Marek in mezzo al campo, sembra un pò l’azione del gol di Bernardeschi a Firenze, ma che si conclude con un tiro meno incisivo del trequartista, sul quale Reina si fa trovare pronto.
Il Napoli risponde con alcuni cross pericolosi e con un’occasionissima per Pavoletti, che si libera bene al tiro, ma poco coordinato spara alto da ottima posizione in area.
La Fiorentinna c’è e solo un super Reina ci salva, su un tiro forte di Chiesa e su un colpo di testa ravvicinato di Astori, che anticipa di un soffio Maksimovic.
Anche Kalinic ci prova, ma Albiol e Reina lo chiudono sulla linea di fondo.
I pericoli corsi sbloccano gli azzurri, Insigne ed Hamsik salgono finalmente in cattedra e il Napoli negli ultimi 20 minuti assedia l’avversario, creando i presupposti per passare in vantaggio.
Non si contano le azioni sugli esterni e i cross potenzialmente pericolosi, 2 punizioni di Callejon e Insigne esaltano Tatarusanu (complice traversa su Lorenzo), Strinic e Hysaj spingono sulle fasce, Insigne ed Hamsik inventano giocate da sinistra.
La palla per il vantaggio capita sui piedi di Lorenzo, che sballa il tiro a giro in area (con Pavoletti che si era abilmente smarcato al centro, staccandosi dai 2 centrali Astori e Tomovic, era solo).
Il tempo si conclude sullo 0-0, grazie a Reina e con gli azzurri che avrebbero meritato il vantaggio per il gioco e le occasioni create negli ultimo 20 minuti.
Nella ripresa 2 brividi iniziali e ancora Reina ci salva su Chiesa, in uscita bassa, chiudendo lo specchio su tiro ravvicinato.
Poi tanto Napoli, ancora occasione per Pavoletti (deviazione fuori, ma movimento giusto sul primo palo su cross di Strinic dal fondo).
Altra traversa di Insigne su punizione.
Dopo 15 minuti esce Strinic (affaticamento muscolare) ed entra Maggio, con Hysaj a sinistra che va a mettere la museruola ad un indomito (e fortissimo) Chiesa.
Ne passano altri 5 e dentro Mertens per Pavoletti (non ancora a suo agio, ma avrà tempo per crescere, soprattutto fisicamente)
Il Napoli crea e la sblocca con una super azione a 20 dal termine, conclusa da Callejon, che si inserisce in area con tempistica perfetta su cross al bacio di Hamsik.
Il Napoli difende con le unghie e con i denti il vantaggio sino al termine, esce il cuore, la grinta e la determinazione, tutta nella foga agonistica di Hysaj, nella esperienza e bravura di Albiol, nel sacrificio di Zielinski, nella naturale abilità di Diawara, nella abnegazione nei numeri di Lorenzo, nella cazzimma di Callejon.
Insomma un Napoli sempre bello e piacevole, ma da qualche gara a questa parte anche squadra che non molla e non intende mollare nulla.
#FNS