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Un Napoli scialbo e distratto da Istanbul fa 0-0 con la Dinamo

Una giornata che poteva essere campale, dopo lo 0-3 del Benfica a Istanbul nel primo tempo, l’adrenalina scorreva a fiumi nei tifosi (e nella squadra azzurra), tutti impazienti di affrontare con spirito battagliero e devastante la Dinamo Kiev, per ottenere quei 3 punti necessari alla matematica qualificazione.

Nel secondo tempo di Istanbul si materializzano i fantasmi della Champions, la rimonta turca, il 3-3 finale, una beffa, il risultato peggiore che ci potesse capitare, cose che capitano forse solo al Napoli.

L’euforia nel riscaldamento alle 20 era palpabile, il rientro in campo con la notizia di Istanbul un funerale.

L’atmosfera si incupiva anche sugli spalti, la squadra ha fatto fatica ad affrontare la gara con l’improvviso amaro risveglio, a un passo dalla qualificazione sai di non potercela fare, almeno nella serata, la festa è rimandata, non puoi farla davanti al tuo pubblico e non saprai nemmeno se si farà, quando ormai avevi preparato il vestito buono, c’erano tutti gli invitati a casa….mi spiace manca la luce, manca il dj, il catering è rimasto nel traffico, i vicini hanno chiamato la sicurezza, troppo bordello, non se ne fa niente.

Ma purtroppo sono tutti lì, qualche alternativa si deve trovare, ma il morale è quello che è, inutile fingere, dai non ci sono le casse, non c’è il Dj, ma mettiamo la radio e balliamo, purtroppo si prendeva solo Radio Maria, difficile ballare durante un’”Ave maria”, con una supplica in sottofondo al posto di un “Drum and Bass”.

Poi la gente si annoia e delusa fischia, se ne va….la possiamo sintetizzare così.

La partita scialba, con i soliti problemi di realizzazione, ancora più acuiti senza verve, con poco movimento, insomma sappiamo che il gioco ci ha tenuto su fino ad ora, è mancato per colpa della testa.

Questa la spiegazione, non la giustificazione. Ma tant’è.

Ce la dobbiamo giocare a Lisbona e non perdere, ipotesi di cui avremmo tutti voluto fare a meno, ma è dipeso da noi, che abbiamo perso la gara interna col Besiktas, poteva dipendere da altri, ma ieri il Benfica non ci ha aiutato e non si è aiutato (altro che “biscotto”, erano qualificati e hanno rimesso tutto in discussione prendendo quel 3-3).

Sia noi che il Benfica abbiamo avuto il match point nel girone e non lo abbiamo sfruttato, ora purtroppo ce ne giochiamo un altro in casa loro, dove senza una punta di peso solo un miracolo, una grande impresa ci potrà salvare, su un campo difficilissimo.

La storia si ripete, in EL (la nostra prima Europa League), ci giocammo il ritorno al ” La Luz” nelle stesse condizioni, dopo il 3-2 in casa, avevamo la doppia chance x2, finì 2-0 per loro, ora abbiamo la possibilità di cambiare la storia, ma ci vorrà un vero e proprio miracolo sportivo, anche se nel calcio nulla è impossibile, nulla è scontato.

Da quel maledetto 8 ottobre, quando si seppe del crociato, avevo lanciato l’allarme, dobbiamo soffrire, portare la croce, accettare le sconfitte, la mancanza di risultati e stare vicini alla squadra, consapevole che le difficoltà sarebbero state tante.

Col gioco abbiamo tenuto, col modulo abbiamo tenuto, siamo ancora in corsa per la Champions (Girone e Campionato), dobbiamo pazientare un altro mese e poi parleremo d’altro, del nuovo attaccante, della sua validità (se e chi verrà) e le valutazioni saranno diverse, vedremo se migliori, come ci auguriamo.

La speranza era quella di battere il Besiktas e chiudere il Girone, il Jolly ce lo siamo giocato là, ora possiamo solo sperare di non perdere la Champions e non delapidare quei 6 punti ottenuti grazie a Milik soprattutto.

Le scelte societarie di agosto, quelle di puntare su Gabbiadini, sulla carta azzardate, si sono rivelate infelici e l’errore si è materializzato con l’infortunio di Milik.

Ci restava a quel punto solo Manolo, una seconda punta, su cui Sarri ha sempre mostrato perplessità (giustamente), toccava a lui farci ricredere.

Sarri gli ha dato fiducia :

- titolare con la Roma, non ha reso bene

- ha provato Mertens prima punta col Besiktas, cercando di sfruttare la velocità di Dries contro i lenti centrali turchi, esperimento riuscito a metà e vanificato da errori difensivi marchiani (oltre che arbitrali)

- Manolo è ritornato a Crotone, si è fatto espellere, out per 2 giornate.

- Mertens obbligato contro Empoli (ci è andata bene) e con La Juve, che non è l’Empoli, ma anche qui il gioco non è bastato ed errori individuali ci hanno condannato.

- E’ tornato disponibile per Istanbul, Sarri gli ha di nuovo concesso fiducia, ma lui di nuovo maluccio.

-  Sarri gli ha di nuovo preferito Mertens contro la Lazio, per me a sorpresa, non è andata bene, unica volta in cui avrei confermato Manolo.

-infortunio di Gabbia, Sarri costretto di nuovo a far giocare Mertens dall’inizio a Udine e con la Dinamo.

Insomma su 9 gare senza Milik, Manolo è stato out in 4, nelle altre 5 è partito 3 volte titolare (senza esaltare per niente), 1 volta è stato tentato l’esperimento Mertens (col Besiktas in casa) e 1 sola volta con entrambi disponibili Sarri gli ha preferito Dries (con la Lazio).

Se la società ha ritenuto di tenere Gabbiadini, Sarri, non avendo alternative, e provato con poco costrutto Mertens “finto nueve”, ora ha il dovere di far giocare Manolo sempre (almeno  in 5 delle ultime 6 gare sino a gennaio), a prescindere da come giocherà e da quello che potrà dare.

Restiamo sereni, un pò scazzati, ma sosteniamo la squadra, i fischi di corpo post Kiev ci possono stare, ma da oggi vanno ritirati.

Cerchiamo di battere il Sassuolo, che nn sarà per niente facile, come tutte le gare che ci restano da giocare.

Senza punta siamo una squadra normale (3 vinte, 3 pari, 3 perse), dobbiamo sopperire col gioco, con il sacrificio, accettando le sconfitte e sperando che gennaio arrivi con meno danni possibili e casomai con qualche gioia.

In Europa ci resteremo comunque, anche in quella minore, nel caso anche AdL ci perderà parecchio e potrà recitare il “mea culpa”.

#FNS

 

 

 

 

 

 
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2 Comments  comments 

2 Responses

  1. Carlo

    Gianluca io su una cosa la penso diversamente.
    Definire Mertens “falso nueve” mi sembra fuorviante, Sarri vuol far giocare Mertens come un vero nove, e lui molti movimenti li fa anche bene, ma non ha il fisico di un “vero nove”.
    Per falso nueve io intendo come giocava Totti con Spalletti della prima ora a Roma, in cui lui giocava molto arretrato favorendo gli inserimenti di ali e centrocampisti (tanto Perrotta sembro’ un giocatore vero).
    Noi non vediamo niente di tutto cio’. I nostri centrocampisti tirano solo su iniziative personali (infatti l’unico che segna e’ Hamsik)

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