Il Napoli non va oltre il pari casalingo con la Lazio, 1-1 prima della terza sosta stagionale, reti di Hamsik e di Keita (con errore di Reina).
Gli azzurri confermano le chiare difficoltà realizzative delle ultime settimane (senza Milik) e nonostante un’altra prova convincente dal punto di vista del gioco e anche della tenuta difensiva, vengono puniti da una leggerezza emotiva conseguente al gol trovato dopo un’ora di assalto, calando per un attimo fatale la concentrazione, con Reina che non ci mette una pezza, anzi contribuisce in maniera determinante allo scellerato immediato pareggio, prendendo gol sul suo palo sul tiro forte e improvviso, ma non certo irresistibile di Keita.
Il momento non è dei più felici (e nemmeno fortunati), sapevamo di avere nel Dna 1-2 reti e di dover limitare gli errori difensivi individuali, mantenendo compattezza tra i reparti e creando densità in fase difensiva.
La Lazio era avversaria pericolosa e in forma, con un tridente offensivo temibile e con rendimento super nelle ultime gare.
La vena realizzativa di Immobile, il momento di grazia di un Keita che cresce a vista d’occhio, un Felipe Anderson ritrovato dopo una prima annata stupenda e una seconda con più bassi che alti, che è il giocatore con il miglior rendimento di tutta la serie A.
Un centrocampo, quello laziale, forte e completo, con Biglia, Parolo e Milinkovic Savic tutti in campo, non è accaduto quasi mai nelle ultime stagioni, a causa dell’alternanza di infortuni che si susseguono in casa biancoceleste.
Infortuni che avevano falcidiato la difesa di Inzaghi (bravissimo allenatore) con Bastos, Lukaku e De Vrij, roba non da poco, tutti out.
Le assenze difensive della Lazio potevano costituire la nostra fortuna ed infatti, nonostante l’impegno e le discrete prestazioni di Radu, Basta e Wallace, gli azzurri sono riusciti a tirare ben 18 volte verso la porta, mettendo in area ben 23 cross, riuscendo a segnare un misero gol…e che gol, con una vera e propria invenzione prodigiosa di Hamsik.
Quando giochi con il 65% di possesso palla, non sterile, ma che ti ha fruttato 20 palle gol, quando 60 minuti di assalti vengono vanificati in meno di 60 secondi da un calo di tensione e da un errore evitabile, ti accorgi che il momento è di quelli da superare con una buona dose di santa pazienza e segni della croce.
Non è bastata una prova difensiva ai limiti della perfezione (bravissima la linea difensiva e ottime le prestazioni individuali di Hysaj, Koulibaly, Chiriches, Ghoulam e Di Diawara a loro protezione), non è bastato il gran gol.il cuore e una prestazione sopra le righe di Hamsik, nè tantomeno l’impegno infruttuoso del reparto offensivo, con tanti elementi che hanno più le giocate e gli assist nel sangue che il gol.
Mertens ci prova 4 volte, si smazza da prima punta, non fa bene tutto, ovvio, rischia e sbaglia spesso, ma due sue conclusioni vanno fuori di millimetri.
Insigne, assist-man per eccellenza, vede ridotte le sue qualità dalla mancanza del centravanti di ruolo, e inoltre vive un periodo più conflittuale del solito con la porta, sono ormai 40 i tiri stagionali e zero i gol di Lorenzo, che non ne azzecca una nemmeno per sbaglio (ieri altri 4 i tiri, 2 in porta e 2 molto alti).
Callejon non può sempre risolverla e non è mai stato così, già vanta lo stesso numero di reti in Campionato della scorsa stagione (7).
Gabbiadini doveva essere l’alternativa a Milik, ora è diventato l’alternativa a Mertens, giusto per far comprendere come le sue caratterische cozzino con il ruolo di prima punta, eppure qualche gol l’ha sempre fatto, mostrando di essere in un perido di confusione abbastanza evidente.
Insomma con tutta la buona volontà “il Napoli è bello, ma non abballa”.
Senza terminale, non c’è modulo che tenga, ne ero consapevole da quel maledetto 8 ottobre, ho cercato di far comprendere a chi mi segue le motivazioni e intuirlo allora mi aiuta a digerire meglio adesso questo periodo, che non mi riserva alcuna sorpresa.
La situazione era chiara e gli obiettivi diversi, la difficoltà tante, la sofferenza preventivabile.
Possiamo sperare di non commettere errori, ma di gare vinte per 1-0 negli ultimi 3 anni se ne sono viste veramente poche.
La consapevolezza della situazione dovrebbe far comprendere al tifoso l’inutilità dello sfogo e della critica eccessiva e dimostrare che il gioco, senza sbocco in questo momento (ma bello come quello dei tempi migliori), conta quanto il risultato, che non può influire sul giudizio.
Non si può giudicare un Napoli che ha perso il suo potenziale, per non rischiare perdere almeno il suo “credo”.
La punta servirà a gennaio (ed anche un terzino), vedremo se e cosa potrà fare il Presidente….e dove saremo allora.
Spesso sono d’accordo con te. Ma questa volta assolutamente no.
Mi ritrovo molto di più con questa disamina:
http://www.ultimouomo.com/il-napoli-e-tutto-qui/
Il fatto che ci siano state diciannove conclusioni non significa che abbiamo avuto diciannove “palle gol”. Tutti i tiri sono stati scoccati dalla distanza e da posizione spesso defilata. Marchetti, che secondo molti sarebbe stato il migliore in campo, ha effettuato solo tre interventi degni di questo nome, su tiri da lontano piuttosto velleitari di Insigne (due, uno dei quali da almeno 30 metri, e Hysaj). Il tiro più pericoloso in realtà è stato quello su punizione dal limite di Mertens, con una deviazione che avrebbe impedito a Marchetti di intervenire.
L’unica occasione davvero limpida è stata quella del gol, frutto di un’invenzione di Hamsik, ma anche di un’azione ben orchestrata con un ottima verticalizzazione di Ghoulam.
Ora, meritava il Napoli di vincere? Sicuramente. Ha dominato la gara con 20 palle gol? Assolutamente no. Il suo rendimento è condizionato dalla mancanza di una prima punta? Certo, ma con Atalanta e Genoa Milik giocava e avevamo gli stessi problemi.
Se moti sia Atalanta che Genoa avevano la difesa a 3 con Milik imbottigliato…quelle ci hanno messo spesso in difficoltà perchè Insigne e Callejon in quel caso lo devono aiutare e non stare larghi.
La mancanza della punta centrale è determinante.