Il Napoli continua la sua corsa e non si ferma nemmeno contro l’arcigno Chievo Verona, battagliando e sudandosi i 3 punti, portati a casa non senza sofferenza con un gol di Higuain, tornato a segnare in trasferta dopo 14 gare, gol pesante per noi e per lui, che è in testa alla classifica dei cannonieri della serie A, con 7 reti (9 in stagione).
Era la gara più ostica, la prima verifica del ciclo terribile, quelle delle medio-piccole (poi Palermo, Genoa, Verona e Udinese, prima di affrontare l’Inter al San Paolo), squadre che negli ultimi 2 anni (e anche all’inizio di questo Campionato) ci hanno puntualmente tolto punti preziosi.
Un test probante per verificare la tenuta psicofisica della squadra, non solo dopo le fatiche supplementari di Coppa, che avrebbero potuto incidere su testa e gambe degli azzurri schierati giovedì in Danimarca, ma per comprendere se la voglia di continuare a stupire e raggiungere il risultato potesse andare oltre l’avversario da affrontare, ostico, ma pur sempre inferiore tecnicamente agli azzurri.
Ebbene l’atteggiamento è stato sin dall’inizio quello giusto, la testa sempre in partita, la voglia di vincere sempre alta, nonostante la tattica difensiva ad oltranza e la cattiveria agonistica dell’avversario, aldilà delle sfortune (2 pali centrati nel primo tempo) e delle avversità, il Napoli ha dimostrato di essere squadra di primo livello e di tenere botta dal punto di vista fisico e mentale, portando a casa 3 punti fondamentali, di quelli che pesano e che conteranno alla fine della stagione, di quelli che devi ottenere con le unghie e con il coltello tra i denti, se vuoi raggiungere il risultato nel campionato di serie A, in cui le fortune passano per questi avversari e per questo genere di gare.
Un Campionato aperto e combattutto, con una classifica che rispecchia, almeno per ora, l’incertezza e la difficoltà di trovare un padrone, considerata l’assenza della Juventus, autrice di un inizio stagione ai limiti del disastroso in Campionato, orfana di 3 elementi fondamentali quest’anno e perseguitata dagli infortuni, che hanno contribuito a questa partenza balorda, in cui molti elementi stentano a trovare forma e continuità (su tutti il gioiello Pogba).
Per ora comanda la Roma, che ieri ha vinto di contropiede a Firenze, contro una squadra viola che ha accusato oltremodo il colpo infertogli dagli azzurri domenica scorsa e non si è più ripresa, perdendo sia in Coppa contro il modestissimo Lech Poznan che ieri, abdicando dal primo posto in classifica, scavalcata proprio dai giallorossi.
Dunque Roma a quota 20, con un poker di inseguitrici a quota 18, oltre ai viola e a un lanciatissimo Napoli, ci sono anche la Lazio, che dopo il contraccolpo post preliminare di Champions e i 9 gol presi a Napoli e a Verona (Chievo), si è ripresa alla grande e non si ferma più, 5 vittorie su 5 in Campionato (oltre le 2 di E.L) e l’Inter, che però ancora non ha un gioco e che non vince da 4 gare, dimostrando che le 5 vittorie delle prime 5 gare sono state un tantino casuali e frutto di tanta buona sorte.
Gli azzurri stupiscono tutti e ieri hanno dimostrato di saper soffrire, di tenere botta e di non mollare nulla, grazie innanzitutto a un grandissimo Sarri, che è riuscito a dare un gioco (e che gioco !) alla squadra e di saper influire anche sulla testa dei suoi giocatori, tenenendo sempre alta l’asticella della tensione, con la collaborazione del gruppo ovviamente, molto ben predisposto a imparare ed applicare gli schemi e a non lasciare nulla di intentato sul campo, dando il massimo, sino all’ultima goccia di sudore, fattore determinante.
Oltre al gioco, lo stato psicofisico della squadra e la coesione del gruppo, che hanno portato risultati e soddisfazioni, di cui ho scritto molto negli scorsi articoli, quel che maggiormente sorprende è la tenuta difensiva, con soli 3 reti subite nelle ultime 9 gare (tutte ininfluenti sul risultato finale), con gli azzurri abili nella fase difensiva, grazie al sacrificio degli attaccanti (in particolare di Callejon) e del lavoro spettacolare del centrocampo nelle due fasi : se Allan non perde un colpo e Hamsik si è calato perfettamente nel ruolo di mezz’ala, tirando fuori anche doti insospettabili di incontrista, la vera sorpresa non può che essere considerato Jorginho, che non finisce mai di stupire, autore di un’altra gara super ieri sera, forse la migliore in assoluto da quando è a Napoli, regista impeccabile, ma anche maratoneta e recupera-palloni fondamentale, un calciatore ritrovato sia mentalmente che fisicamente.
La sua metamorfosi, da brutto anatraccolo a splendente cigno che si erge al cospetto di tutti in campo, è dovuta in parte alla sua collocazione naturale, regista nato in un centrocampo a 3 tra le due mezze ali, ma credo soprattutto al suo recupero dal punto di vista atletico.Per il lavoro che svolge in settimana in allenamento è ritornato agile e scattante, mentre nella passata stagione, per fargli fare il mediano, lo si era pompato oltremodo fisicamente, aggiungendo sin troppa massa muscolare, il che lo aveva trasformato, appesantendolo e facendogli perdere le sue caratteristiche naturali. Lo abbiamo visto arrancare, trascinarsi in mezzo al campo, non riuscire a fermare gli avversari che lo sovrastavano e che lui non riusciva a bloccare nemmeno appendendosi alla maglia. Ora vola, sovrasta tutti, corre dappertutto e a fine gara è sempre il più lucido e il più fresco atleticamente. Quindi la sola versione del ruolo non regge, la sua muscolatura gli impediva di giocare e di essere atleta prima che calciatore, lo ha imballato e gli ha fatto perdere fiducia, anche nel fare le cose per lui più semplici, visto che la sua tecnica è indiscussa, sa giocare a pallone e Sarri lo ha voluto in rosa, contro tutti e contro tutto, conoscendo il valore tecnico del giocatore. Altro enorme merito dell’allenatore.
Tra i tanti meriti di Sarri, sempre discutendo di fase difensiva, vi è indubbiamente quello di aver trovato la quadratura del cerchio, ottenendo dalla squadra, sapientemente schierata, i movimenti giusti, il perfetto scalare delle marcatura, la linea dei 4 difensori perennemente alta e protetta da vicino dal centrocampo, sempre corta e attenta, e di aver, in questo modo, recuperato alla causa i due centrali, che, gara dopo gara, non solo stanno imparando i movimenti e la posizione, ma stanno, con prestazioni ben sopra i loro standards, acquisendo fiducia ed entusiasmo, risultando spesso i migliori in campo, facendo ricredere molti, me in primis, sulla tenuta difensiva.
Koulibaly è ormai una certezza (deve solo limitare gli svarioni, che continua a fare durante le gare e che per fortuna non ci stanno costando cari…anche ieri ne ha fatti un paio) e Albiol sta crescendo vertiginosamente gara dopo gara, tornando quello della prima metà di stagione con Benitez. Ieri, senza se e senza ma, la miglior partita stagionale dello spagnolo, sempre attento nel tenere la linea e pronto nelle chiusure difensive.
Oltre alla sorpresa Hysaj, marcatore implacabile che non si vedeva ai tempi di Grava, e difensore attento e puntuale, oltre che stantuffo in fase di appoggio, i miglioramenti più significativi li ha fatti Ghoulam, che migliora di partita in partita, perdendo del tutto le insicurezze della passata stagione, scorie che si è portato con se anche quest’anno e che stanno scomparendo col passare del tempo per lui, che tiene molto bene in fase difensiva e sta acquistando fiducia, il che gli permette di sfruttare nuovamente le sue caratteristiche migliori, quelle di gamba e passo sulla fascia, quelle dell’affondo e del cross, che ormai limitava ai minimi termini, restando timido e sulle sue, sempre preoccupato di scoprire la fascia ed esporsi a figuracce.
Ma veniamo alla gara di ieri, risolta da un grandissimo Higuain, detrminante come mai in precedenza, ritrovato nel morale, nella testa e soprattutto nel fisico, bomber implacabile al servizio della squadra.
Sarri ripropone il suo 11 titolare, quelli di cui ha fiducia cieca in campo, aldilà di stanchezza e minutaggio. Scendono di nuovo sul terreno di gioco gli stakanovisti Koulibaly, Ghoulam, Allan, Hamsik e Callejon, accanto ai più riposati Hysaj, Albiol, Jorginho, Insigne ed Higuain.
Maran, con pochi problemi di classifica, visto che ha racimolato ben 12 punti in questo inizio anno, schiera una formazione abbottonata e priva di alcune pedine importanti in mezzo al campo, su tutte Hatemaj, ma pronta a ripartire con le 2 punte, supportate dai centrocampisti offensivi, Castro e Pepe.
Il Napoli fa la partita e cerca di muovere velocemente la palla nel fraseggio, nel tentativo di far aprire varchi nella arroccata difesa clivense. Sin dall’inizio si comprende che la gara non sarebbe stata facile e che avrebbe potuto ricalcare i temi della gara col Carpi.
Gli azzurri lo comprendono e sanno di dover sveltire la manovra per sbloccare quanto prima la gara ed hanno dopo 7-8 minuti la prima occasione con Callejon, il cui tiro dalla destra in area viene parato da Bizzarri, sulla cui ribattuta nessun azzurro è pronto alla deviazione vincente in area.
Il Napoli rischia addirittura di passare in svantaggio, a causa di una palla persa in mezzo al campo da Hamsik e per un blocco sospetto su Jorginho, Chievo in contropiede in campo aperto e ci va bene per che Cacciatore sbaglia il passaggio decisivo, con la difesa azzurra in difficoltà.
Il Chievo si chiude e inzia una battaglia senza esclusione di colpi, anche cattivi e vigliacchi, calcetti più o meno dolorosi a pizzicare le caviglie degli azzurri, nel tentativo di innervosirci, ne fanno le spese Higuain (toccato duro da Cesar), Hamsik, Ghoulam, Allan (e nella ripresa Insigne, con Meggiorini che con cattiveria gli pizzica il ginocchio già malandato con i tacchetti). Insomma contro di noi il Chievo, oltre all’ardore agonistico, ci mette qualche scorrettezza di troppo.
Gli azzurri fanno bene il giro palla, arrivano spesso pericolosamente al cross, ma nel tentativo di alzare giustamente il ritmo commettono qualche errore di misura comprensibile.
Ci prova Higuain su perfetto assist di Hamsik, ma una trattenuta in area fa perdere l’equilibrio al Pipita, che cadendo e complice una deviazione colpisce il palo, con la palla deviata miracolosamente da Bizzarri, da terra.
Higuain e Insigne toccano pochi palloni nei primi 20 minuti e faticano a rendersi pericolosi e a trovare la giocata vincente.
Il Pipita ci prova due volte intorno al 25° minuto con due tiri potenti dalla distanza, il primo che finisce di poco alto e il secondo che si stampa sul palo interno, con la palla che sfortunatamente non si insacca.
Bravissimi i tre centrocampisti azzurri a far girare palla e nel pressing, non concedono ripartenze agli avversari (solo 2 ad inzio gara), con Albiol e koulibaly che spengono ogni velleità a Paloschi e Meggiorini, che si limitano a fare i difensori, tamponando sugli esterni.
Il Napoli non riesce a scardinare la difesa del Chievo, tanti passaggi filtranti intercettati per millimetri dai difensori clivensi, con Higuain e Insigne che nell’ultimo quartod’ora hanno qualche buona palla per sbloccare la gara, ma non sono precisi e fortunati.
Il primo tempo si chiude sullo zero a zero, che sta stretto agli azzurri, ma con la consapevolezza che continuando a muovere la palla senza soste prima o poi il gol sarebbe arrivato nella ripresa.
Nel secondo tempo il Napoli riparte a testa bassa, sfiora il gol del vantaggio con un tiro da fuori di un malconcio Insigne, parato da Bizzarri e sblocca la gara al 13°minuto con un eurogol da bomber vero del Pipita che anticipa tutti, attaccando il primo palo su cross di Ghoulam, e scagliando una bomba di sinistro, che piega le mani a Bizzarri e si insacca sotto la traversa.
Il Napoli è bravo a chiudere gli spazi a mantenersi alto e a non concedere spazi per la reazione del Chievo, che infatti non c’è, anzi è il Pipita ad avere due occasioni buone per chiudere la gara, ma non riesce a segnare il gol del raddoppio.
Esce l’acciaccato Insigne per Mertens a 20 dal termine, il Napoli non riesce proprio a mettere in cassaforte il risultato e due tiri, di Allane Mertens si spengono a fil di palo.
Gli azzurri stringono i denti, difendono bene, rischiano due volte nel finale di gara (fallo di mani in area di Higuain e deviazione di testa di Koulibaly su rovesciata ravvicinata di Castro) ma riescono a portare a casa 3 punti, che pesano e che per ora valgono la seconda posizione.
Il Tabellino
Chievo Verona (4-3-1-2): Bizzarri; Cacciatore, Gamberini, Cesar, Gobbi; Pinzi (63′ Birsa), Rigoni, Castro; Pepe (71′ Pellisier); Meggiorini, Paloschi (82′ Inglese). All.: Maran
Napoli (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Jorginho, Hamsik (76′ David Lopez); Callejon, Higuain (82′ Gabbiadini), Insigne (71′ Mertens). All.: Sarri
Arbitro: Massa Marcatori: 58′ Higuain Ammoniti: Koulibaly, Mertens (N), Meggiorini (C).
Ora procediamo per gradi e guardiamo alla prossima, contro il Palermo al S.Paolo, altra gara sulla carta non difficile e per questo piena di insidie, bisognerà lavorare su testa e muscoli dei calciatori anche stavolta, recuperando in soli 3 giorni le energie psico-fisiche necessarie per superare anche il secondo ostacolo, continuare il cammino e non perdere punti preziosi, perchè quella col Chievo è stata solo la prima di 5 gare terribili, quelle che contano e che diranno molto sulle ambizioni degli azzurri, perchè è la somma di queste a fare il totale. Vediamo su 15 punti alla portata quale sarà il bottino. La strada è giusta, siamo sulla retta via, che non va smarrita.
#FNS