Avevo ancora negli occhi il Napoli di San Siro della scorsa stagione, con i giocatori con la testa allo shopping di Via Montenapoleone, erano andati a Milano per la passeggiata del lunedì mattina. Ora quel ricordo è svanito del tutto, con gli azzurri con la testa in partita, che è durata poco più di 45 minuti, giusto il tempo di chiuderla.
La passeggiata gli fu negata dalla Società dopo l’umiliazione subita, ora gli azzurri hanno deciso di farla, ma sui resti del Milan, annichilito da un pesante 4-0, da parte di una squadra che ha cominciato a credere in se stessa, seguendo l’allenatore, un gruppo unito, che ha un gioco, una filosofia, una predisposizione al sacrificio e al quale credo che la fame non mancherà sino al termine della stagione.
Sarri è stato di parola, ci aveva avvertito, parto male, datemi il tempo. Qualcuno aveva già iniziato a mugugnare, “tempo a Napoli, ce n’è poco…fai ambress”… e lui lo ha capito, si è giocato subito le sue carte, in 3 mosse ha affrettato i tempi : dentro Callejon, 4-3-3, centrocampo più stretto davanti alla difesa per proteggere il lento Albiol e lo svagato Koulibaly. Basta con i centrocampisti a chiudere sui terzini, non ce la fanno e siamo troppo scoperti al centro, ci pensano le ali. Mettiamo i terzini nei loro ruoli naturali, Hysaj a destra e Ghoulam a sinistra. Il resto lo ha fatto la metamofosi di Jorginho, nuovo faro azzurro in mezzo al campo, al posto di un incerto e fragile Valdifiori.
E il gioco è fatto, 6 gol subiti nella prime 3, 1 nelle successive 6 (e pure ininfluente). Soli 2 punti su 9 nelle prime 3 gare, 16 su 18 nelle restanti, filotto se non fosse stato per il passo falso di Carpi.
Con il gioco, la coesione, l’unità di intenti, il Napoli non solo ha ribadito, con le trasferte di Varsavia e Milano, quel che di buono aveva mostrato al San Paolo, ma ne è uscito addirittura in trionfo, con una condizione fisica di squadra e individuale invidiabile e una consapevolezza dei propri mezzi che fa ben sperare per il futuro.
La classifica ovviamente migliora, dal terz’ultimo posto siamo passati al 6°, a 3 punti dalla zona Champions e a 6 dalla capolista Fiorentina, che ci verrà a trovare al San paolo dopo la sosta delle nazionali, il 18 ottobre. Ma quel che conta non è la classifica, come non lo era prima, seppur deficitaria, ma il gruppo, il gioco, la gioia e la felicità degli interpreti che si divertono in campo, che si aiutano, tutti coesi verso l’obiettivo, il risultato.
Il tutto dimostrato da chi ha giocato a Varsavia, chi aveva giocato di meno e si è fatto trovare pronto, Gabriel, Maggio, Chiriches, Lopez, Valdifiori, Gabbiadini, El Kaddouri, non hanno fatto rimpiangere quelli che Sarri aveva scelto per la risalita.
I risultati arrivano e arrivano attraverso il gioco, non sporadici e fortunosi, come è stato per l’Inter a inizio campionato (poi scioltasi in casa con la sorprendente Fiorentina e claudicante ieri con la Samp, che ci ha messo molto del suo per non vincere la gara ieri contro i nerazzurri, sprecando l’impossibile), e questo è il dato da tener presente per il prosieguo della stagione.
Felicità alle stelle per la vittoria di ieri e per aver umiliato, su un campo storicamente avaro di gioie (2 vittorie negli ultimi 30 anni, con Diego e con Rafa), un Milan ricostruito, grazie a un mercato in cui sono stati investiti ben oltre 70 milioni, con la promessa di Mr Bee alle porte, ancora non concretizzatasi. Danari freschi, spuntati e provenienti da chissà dove, per ora del “Monopoli”,e sui quali già si mormora e probabilmente si indaga.
Poco ha potuto la grinta di Mihailovic con una “difesa horror” (priva anche di Romagnoli e Mexes), un centrocampo leggero e senza un’incontrista e due attaccanti che si pestano i piedi a vicenda. Una squadra costruita male e assemblata peggio, salvata sinora da qualche buona prestazione del figliol prodigo Balotelli (ieri assente…e con la pubalgia).
Il Napoli è sceso a S.Siro con un unico obiettivo e con la testa giusta, umiltà, abnegazione, attenzione, cinismo, un mix di elementi fatali e letali, con cui ha confermato quel che si poteva solo prevedere sulla carta : non si sa quanti ne prenderemo, ma a questo Milan il nostro attacco, un minimo di 2-3 palloni glieli darà.
Ne sono arrivati addirittura 4 e grazie alla fase difensiva e all’attenzione della linea azzurra, siamo riusciti anche a non subirne, goduria allo stato puro, con Reina che ha vissuto una serata esultando, più che parando.
Un Koulibaly mostruoso (che ha concesso le briciole a Luiz Adriano e a chiunque), un Hysaj sempre attento e sul pezzo, un Ghoulam sorprendentemente bravo a difendere (oltre che a offendere), un Albiol bravo a tenere alta la linea difensiva e a non commettere errori (ha solo sofferto un pò la velocità di Bacca, almeno nel primo tempo).
Tutto questo grazie a un centrocampo da urlo, con Hamsik che cuce e riparte, mostrando insospettabili doti agonistiche e difensive (copertura perfetta e di gran sacrificio), Allan che corre per tre, recupera palloni, smista, fa ripartire l’azione e va a segnare (l’uomo in più) e il commovente Jorginho, da brutto anatroccolo a faro, che ci fa versare anche qualche lacrimuccia di gioia, quando lo vediamo correre, contrastare, coprire, e indicare la strada maestra ai compagni con disarmante padronanza della situazione, sia tecnica che tattica, una metamorfosi che rende Kafka un dilettante.
Callejon, come detto è l’arma vincente, la sua corsa e il suo sacrificio tattico rendono tutto più semplice e quando Higuain gioca da Campione (la C maiuscola è un obbligo) e Insigne incanta (diventato concreto anche in fase realizzativa,oltre fornire i suoi proverbiali e mai assenti assist), allora non ce n’è per nessuno, figuriamoci per i resti del Milan.
Siamo a poche ore dal termine dalla gara (che ho già visto 3 volte) e abbiamo 2 settimane per godere ancora, ma senza esaltarci e camminando scaramanticamente sottotraccia, che il prossimo impegno è di quelli in cui non puoi distrarti, perchè non è solo l’occasione per avvicinarsi alle prime ed alla capolista Fiorentina, ma soprattutto perchè i viola, insieme al Napoli, sono gli unici che hanno dimostrato di avere un gioco e che sanno come e cosa fare.
Un grazie sentito a Sarri e ai ragazzi, che dovranno essere bravi a restare sereni, umili e concentrati e a non cadere in tentazione, tanto del Diavolo già ci siamo liberati.
Un tabellino della gara da ricordare e che sa di storia :
Milan (4-3-1-2): Diego Lopez; De Sciglio, Rodrigo Ely, Zapata, Antonelli; Kucka (37′ st Poli), Montolivo, Bertolacci (12′ st Cerci); Bonaventura; Luiz Adriano, Bacca. A disp.: Abbiati, Donnarumma, Alex, Calabria, De Jong, Jose Mauri, Nocerino, Suso, Honda. All.: Mihajlovic
Napoli (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Jorginho, Hamsik (28′ st D. Lopez); Callejon, Higuain (35′ st Gabbiadini), Insigne (28′ st Mertens). A disp.: Rafael, Gabriel, Maggio, Henrique, Chiriches, Strinic, Valdifiori, Luperto, Chalobah, El Kaddouri. All.: Sarri
Arbitro: Rizzoli Reti: 13′ Allan (N), 3′ st Insigne (N), 23′ st Insigne (N), 32′ st aut. Ely (M) Ammoniti: Allan, Callejon, Jorginho (N), Bonaventura, Antonelli, Ely (M)