Il Napoli comincia bene l’anno, vincendo con un largo 4-1 a Cesena, con reti di Callejon , Hamsik e una doppietta di Higuain, e regala ai propri tifosi una gioia, dopo l’amara e prematura scomparsa dell’icona partenopea, Pino Daniele, al quale dedico un ricordo in questo articolo, attraverso le sue canzoni, che ho evidenziato in grassetto.
Reduci dall’esaltante vittoria in SuperCoppa a Doha, (Coppa che dopo il furto di Pechino sembrava dire “puorteme a casa mia”) gli azzurri hanno lavorato durante le vacanze natalizie per farsi trovare pronti all’appuntamento con la prima gara dell’anno, da alcune stagioni a questa parte un turno favorevole quello della “befana”, in cui la vittoria non è mai mancata. Al gruppo si sono uniti da pochi giorni anche i due nuovi acquisti Gabbiadini e Strinic.
Mettere questo Cesena ” A testa in giù” è stato più o meno come bere “Na tazzulella e cafè”. Il Cesena si è dimostrato un avversario inferiore tecnicamente e, nonostante l’impegno e lo sforzo profuso si è dovuto arrendere alle prodezze degli attaccanti azzurri, in una gara in cui ai partenopei è andato tutto per il verso giusto, anche se la partita non è stata giocata per lunghi tratti in maniera convincente.
” Alleria”…gli azzurri restano al terzo posto in classifica, in coabitazione con la Lazio a 30 punti, con le altre avversarie che stentano, sconfitte pesanti per Milan e Fiorentina contro Sassuolo e Parma, la Sampdoria sconfitta con la Lazio e il Genoa che si ferma con l’Atalanta. Il Sorprendente Palermo si accoda alle inseguitrici.
Benitez, che deve fare a meno di Zuniga, Insigne e Michu, tutti disponibili non prima di qualche mese, deve rinunciare per un mesetto anche a Ghoulam, impegnato con la nazionale algerina in Coppa d’Africa (è stato acquistato Strinic per sostituirlo) e al suo posto propone Britos.
Ovviamente in campo il solito 4-2-3-1 e “Nun me scuccià”..tanto, diremo alla stampa ostile, “Che te ne fotte”, non è mai stato quello il problema, l’importante è che Rafa “resta resta cu’ mme’”.
Koulibaly, diffidato, non viene rischiato in vista con l’impegno di domenica contro la Juventus al San Paolo, al suo posto Henrique. Viene, per il resto, confermata la stessa formazione che ha disputato la finale di SuperCoppa.
Di Carlo con molte defezioni, tra le quali Marilungo e Renzetti, oltre allo squalificato Defrel, gioca con una formazione molto abbottonata, con Brienza che appoggia l’unica punta Hugo Almeida.
Cesena :Leali; Giorgi, Capelli, Volta, Mazzotta; Valzania, Cascione, Ze Eduardo, Magnusson, Brienza; Hugo Almeida.
Napoli: Rafael; Maggio, Albiol, Henrique, Britos; David Lopez, Gargano; De Guzman, Hamsik, Callejon; Higuain
Il Napoli sembra entrare subito in partita e parte con convinzione, cercando subito due verticalizzazioni con Maggio e Hamsik, non sfruttate da Higuain e De Guzman, che non intendono subito la giocata..”E cerca e me capì”
I buoni propositi vengono ben presto a mancare e, complice una serie di errori nei passaggi e nei disimpegni e un forsennato pressing degli avversari, gli azzurri non riescono a controllare la gara, con il Cesena che si rende pericoloso con un colpo di testa di Brienza, lasciato solo in area (“suonn d’ajere”), che impegna Rafael in una difficile parata (“Ue’ man”…”Gesù Gesù”).
Il Napoli, in palese difficoltà per una ventina di minuti - “saglie, saglie” e “keep on movin” avrebbe urlato Benitez dalla panchina – concede anche un colpo di testa a Hugo Almeida (“Maggio se ne va” e non lo segue), bloccato da Rafael, e non riesce ad impostare efficacemente l’azione grazie alla poca tecnica presente oggi tra difensori e centrocampisti utili più alla fase difensiva, come Gargano e Lopez : “Appucundria”.
La squadra sembra innervosirsi e Higuain comincia a inveire, ricordando molto “Je so’ pazzo”, con la sua manella alzata ed esortando i compagni “voglio di più”.
Per fortuna “ce sta chi ce penza” il Napoli trova il gol del vantaggio al 28° minuto, con Callejon, bravo a sfruttare una palla vagante in area, dopo scambio tra Higuain e Hamsik e a schiacciarla in porta, con la sfera che si infila tra una selva di gambe.
Il Napoli, rinvigorito dal vantaggio, sembra essersi sbloccato e da quel momento è “tutta n’ata storia” : a 5 minuti dal termine della prima frazione di gioco raddoppia con Higuain, lanciato verso la porta da un’invenzione di Hamsik, in una frazione di secondo Marek stoppa una palla lunga ricevuta da Rafael a centrocampo e trova il Pipita, urlando al compagno “Vai mò” e sapendo che “I say i sto ccà scavalca con un assist perfetto la difesa cesenate. Higuain riceve, salta il portiere e mette a segno il 2-0.
Nella ripresa di nuovo un Napoli con “gente distratta”, concede due palle gol agli avversari, ma è “na bona Jurnata”, non certo “un giorno che nun va” e dopo 20 minuti arriva il terzo gol azzurro, con Hamsik, che, ricordando “Terra mia”, servito da Higuain, che ascolta il suo compagno chiamarlo , “Je sto vicino a te”, conclude in rete con un diagonale (deviato in porta sulla linea da un difensore) un’azione in ripartenza. Bravo e “Furtunato”.
Entrano Mertens per un evanescente De Guzman e Jorginho per Gargano (ammonito) e il Napoli alla mezz’ora segna ancora con una prodezza di Higuain, che controlla una palla tra due avversari al limite dell’area, si gira e trova il diagonale vincente. “Madonna mia”che prodezza”.
Nel finale è Brienza con un tiro al volo al limite dell’area di pregevole fattura, “puozz passà nu uaje” pur a iss, che trova il gol della bandiera, ma è “sul pe parlà”.
La gara si conclude sul 4-1, vorremmo vedere il Napoli “Sambaccussì”perchè a vincere di misura “nun ce sta piacere” e consente al Napoli di preparare al meglio l’attesa gara contro la Juventus, che più della rivincita di Doha sarà ricordata per il saluto del San Paolo al grande e compianto “Pinuccio”.
“Chi po dicere” che nun a vattimm n’ata vota a sta Juventus, tanto a noi ci “basta na jurnata’ e sole”pe turnà a cantà “Che soddisfazione”