Finalmente Hamsik, “profeta in patria”, titolo scontato di molti quotidiani odierni, nella sua Bratislava, squadra in cui è cresciuto calcisticamente.
Marek ci teneva a giocare e a far bella figura, ha vissuto una serata da protagonista assoluto, ritornando al goal e mostrando gran parte del suo repertorio, con assist al bacio (almeno 4-5 pregevoli) e inserimenti con e senza palla, insomma una serata da incorniciare per lui, sperando che sia il trampolino del rilancio definitivo per il capitano e per il Napoli.
Le vittorie aiutano a superare i problemi e non certo una crisi inesistente, annunciata solo da alcuna stampa sensazionalistica e tendente al gossip, invece di occuparsi di vicende calcistiche legate al rettangolo di gioco.
Proprio in questi giorni, pur di seminare invidiose polemiche, e non avendo argomenti calcistici da affrontare, visto che il Napoli aveva appena vinto a Sassuolo, invece di concentrarsi sulla gara di Europa League e di parlarci dei nostri avversari, sempre gli stessi opinionisti pensavano a divulgare inesistenti trattative tra Napoli e Liverpool per Hamsik e Higuain, ovviamente fantascientifiche e prive di ogni possibile veritiero riscontro.
Evidentemente non conoscevano lo Slovan Bratislava e i suoi calciatori, ma invece di informarci e soprattutto di informarsi da giornalisti seri, hanno deviato il tiro addirittura sul mercato di gennaio, e finanche su quello di giugno con Benitez e altri pronti a partire.
La stagione è appena inziata e si meravigliano pure di un Benitez meno scherzoso e con la faccia seriosa in conferenza stampa:
come dare torto al buon Rafa, che si deve sorbire alcune domande irriverenti e incompetenti, per lui che è uomo di calcio e di spessore internazionale, che dopo un mercato insoddisfacente (in cui aveva chiesto 2 pezzi da 90) e un’uscita prematura dalla Champions (Coppa in cui detiene record di presenze come allenatore) che lo ha fatto imbestialire, deve anche sorbirsi critiche insensate, con supposizioni e invenzioni da parte di alcuna stampa, che diciamocela tutta è fastidiosa e non capisce una beneamata di calcio giocato e di vicende legate al mondo del pallone.
Ma veniamo alla gara di Europa League, coppa minore, ma da onorare sino in fondo, obiettivo principe al pari del terzo posto in Campionato e ovviamente della SuperCoppa da disputare in Qatar prima della sosta natalizia.
I nostri avversari, come anticipato nel mio articolo di presentazione, erano tutt’altro che trascendentali, anzi paragonabili ad una squadra di serie C, disponendo di una rosa, il cui valore rispecchia quella di una squadra di media classifica di Lega Pro, e i risultati ottenuti dagli slovacchi sino ad ora in stagione hanno confermato il valore non eccelso.
Si trattava comunque di una partita in trasferta in Europa, di quelle che il Napoli non poteva sottovalutare, anche perchè il momento della squadra non ammetteva distrazioni di sorta, servendo come il pane la vittoria.
Giusto il turn over di Benitez, necessario per far acquistare fiducia a chi gioca di meno e soprattutto in una gara come questa, dove gli stimoli di chi è in campo contano molto. Certamente ne potevano avere maggiori i calciatori meno impiegati, come Zapata, De Guzman, Britos e compagnia.
Anche in questo caso soloni e alcuni giornalisti hanno manifestato, da veri incompetenti, dubbi sull’ampia rotazione, confermando di non conoscere gli avversari dello Slovan, battibili anche con una squadra senza i big.
Il Napoli, rinfrancato dalla vittoria di Sassuolo in campionato, torna in Europa League in trasferta a Bratislava contro lo Slovan, con Marek Hamsik (slovacco napoletano ormai) che ha condannato il suo primo amore con il gol di testa che ha sbloccato la gara a metà primo tempo e con l’assist perfetto per Higuain a circa 15 minuti dal termine, per il gol del pipita, appena entrato e pronto a colpire.
Dopo la prima uscita vincente contro lo Sparta Praga al San Paolo nella gara di esordio del girone (3-1), gli azzurri si trovano ad affrontare una squadra non trascendentale, da battere senza esitazioni per dare continuità di vittorie dopo un periodo nero e riportare fiducia all’ambiente e a ritrovarla nei propri mezzi.
Benitez, come prevedibile attua un cospicuo turn over, in considerazione anche delle non eccelse potenzialità dell’avversario, concedendo un turno di riposo a molti elementi e schierando anche quelli che hanno avuto meno possibilità di mettersi in mostra. Maggio e Ghoulam vanno ad occupare le corsie esterne. Inedita coppia di centrali Koulibaly –Britos. In mezzo al campo Inler e David Lopez. Mertens, Hamsik e De Guzman, dietro la prima punta, Zapata. Restano a Napoli Albiol, Zuniga e Jorginho, tutti vittime di affaticamento muscolare.
Schema simile adottato dallo Slovan, un 4-2-3-1 i con due esterni offensivi bravi in copertura. Difesa a 4 con Cikos a destra, Ninaj e Gorosito centrali, Jablonski esterno sinistro,due mediani di rottura davanti alla difesa come Grendel e Lasik, Kubik e Peltier larghi sulle fasce, mentre i fantasisti Halenar e Soumah si alternano a giocare da prima punta, interscambiandosi la posizione.
NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Koulibaly, Britos, Ghoulam; Inler, David Lopez; Mertens, Hamsik, De Guzman; Duvan.
SLOVAN BRATISLAVA (4-2-3-1): Pernis; Jablonski, Gorosito, Ninaj, Cikos; Grendel, Lasik; Peltier, Halenar, Kubik; Soumah
Primi 15 minuti di studio con ritmi lenti e numerosi passaggi, il Napoli ha il pallino del gioco, ma è bravo lo Slovan a chiudersi, lasciando pochi spazi da attaccare. E’ proprio Hamsik, dopo 17 minuti a provarci con un tiro dalla distanza, con palla abbondantemente alta. La partita non decolla e i ritmi sono compassati, con gli esterni di difesa azzurri che appoggiano poco l’azione offensiva e Inler e Lopez che non riescono a far girare velocemente la palla.
Il Napoli vive improvvise fiammate, ma sporadiche e non figlie di una costante azione offensiva, ci prova con De Guzman che tira lento e centrale da buona posizione, con Zapata ben assistito da Hamsik, che non riesce a centrare la porta da posizione defilata e ancora con De Guzman, il cui tiro dal limite viene ribattuto in corner.
Ci pensa Hamsik a sbloccare la gara, anticipando un avventato portiere avversario, che su lungo e preciso lancio di Koulibaly esce fuori tempo al limite dell’area, favorendo l’inserimento di Hamsik, che di testa lo anticipa e lo beffa, insaccando nella porta sguarnita. Si va negli spogliatoi con il Napoli in vantaggio.
Nella ripresa i ritmi della gara rimangono gli stessi, lenti e compassati con gli azzurri che non riescono a trovare lo spunto vincente, anzi con il passare dei minuti è lo Slovan che si rende pericoloso con Milinkovic, subentrato nella ripresa, che mette in sovente difficoltà Ghoulam sulla fascia, con l’ausilio del terzino destro Cikos. Benitez mette in campo Callejon al posto di uno spento De Guzman (non positiva la sua prova, anche al tiro) ed a un quarto d’ora dalla fine, con il risultato ancora in bilico ed il Napoli un po’ in affanno, inserisce Higuain al posto di Zapata.
Il Pipita ci mette due minuti a chiudere la gara, pescato da un perfetto lancio di Hamsik in area, 2-0 e partita in cassaforte.
Con questa vittoria gli azzurri si piazzano al comando del girone con 6 punti in 2 gare, seguiti da Young Boys e Sparta Praga a 3 punti. Resta a zero lo Slovan.
Rafael è apparso ancora un pò indeciso, bravissimo Koulibaly, sufficiente Britos nel suo ruolo di centrale, così come Maggio, che svolge il suo compito (nulla più), preoccupanti la forma e le amnesie difensive di Ghoulam.
Inler e Lopez hanno lo stesso passo compassato, anche se caratteristiche diverse, e almeno per me, non sono una coppia da urlo, quella ideale.
Non in serata di grazia Mertens (che con le sue giocate avrebbe potuto fare a polpette questi avversari). Ancora in ritardo di condizione De Guzman, poco concreto e ancora non ben inserito nei meccanismi della squadra, a conferma che lui e Michu (sconsolato in tribuna ieri), ancora non riescono a dare l’apporto sperato, nonostante le indubbie qualità tecnico-tattiche e le loro potenzialità, inespresse a causa della deficitaria condizione fisica.
Marek sugli scudi, Zapata volitivo e in gran forma e Higuain ha dimostrato con classe e semplicità come far gol e come ci si comporta da campione.
Insomma molte indicazioni positive da questa gara, aldilà del risultato, mentre alcuni uomini confermano il loro scarso stato di forma e dovranno lavorare per mettersi in riga. Non tutti i problemi sono risolti, ma siamo appena all’inzio e non si devono trarre avventate e scriteriate conclusioni.
L’avversario non era irresistiblie, diciamocela tutta e gli azzurri, ad eccezione di alcuni, hanno giocato una gara sufficiente con la sorpresa di un Hamsik ritrovato, ma non hanno compiuto un’impresa, con la vittoria che ha un suo valore non solo per il girone di Coppa, ma proprio per la serenità che infonde al gruppo, che dovrà battere il Torino domenica per continuare a scalare posizioni in campionato e dimostrare agli scettici, che il Napoli, anche se non da Scudetto, c’è ancora e che Rafa Benitez è il grande allenatore di sempre…augurandoci che arrivi il suo rinnovo e che Rafa resti con noi a lungo.