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IL NAPOLI dei record : stagione esaltante e prospettive rosee

Gli azzurri stanno per concludere il campionato, manca una sola partita, quella contro il Verona in casa, a porte chiuse per i drammatici e vergognosi episodi dell’Olimpico, che ci hanno visti protagonisti da “cornuti e mazziati”, o meglio da “sanzionati e daspati”, pur essendo in gran parte vittime di un’aggressione omicida (per fortuna senza lutti) e successivamente oggetto di un attacco mediatico senza precedenti.

Tralasciamo le vicende extracalcistiche, che ci hanno fatto travasare bile per 10 giorni e che continuano a tediare la nostra esistenza, gettando fango su napoletanità e appartenenza alla nostra terra, con attacchi razzisti, scriteriati e scellerati, da parte di politica, istituzioni, stampa e tifoserie avverse.

La situazione, già di per sè insostenibile, ha rischiato di degenerare e un pò su tutti i fronti si è persa la misura delle cose, dalle colpe delle Istituzioni, poco attente a gestire l’ordine pubblico (ci sono o ci fanno, il dubbio amletico), una stampa sempre più serva e schiava della notizia ad effetto e lontana da ogni regola deontologica e infiltrazioni politiche criminali in un già arido e laconico contesto come quello degli ultras, hanno creato un caos, mediatico e sociale senza precedenti, che ha avuto il duplice risultato, di dividere ulteriormente un’Italia già allo sfascio economico e sociale e di distogliere l’attenzione di tutti da problemi ben più gravi, tanto da far passare in secondo piano (almeno in questi giorni) le riforme necessarie a far ripartire la “carretta”Italia, con una politica attenta al voto, più che a manifestazioni concrete di ripresa.

Mi fermo qua, e preferisco parlare di calcio e della stagione degli azzurri.

Una partenza sprint nell’anno zero di Rafa Benitez, condita da risultati strabilianti (vittorie a ripetizione nelle prime gare di campionato e in Champions) e un gioco a tratti scintillante (vittorie a Fiorenze Milano, in Coppa con il Borussia D. )a veva illuso molti tifosi, che pensavano fosse l’anno buono per raggiungere traguardi prestigiosi.

Poi le prime delusioni contro il Sassuolo (1-1 al S.Paolo) e le sconfitte contro Arsenal e Roma (entrambe senza Higuain) e quella di Torino contro la Juventus hanno cominciato a dare la prima spallata ai sogni di gloria e alle eccessiva euforia.

L’eliminazione dalla Champions, nonostante le ottime gare contro Marsiglia (andata e ritorno) e Arsenal al S.Paolo, si è concretizzata nella sfortunata trasferta di Dortmund, grazie ad un clamoroso errore arbitrale (rigore concesso dopo 8 minuti da un generoso arbitro, che accordava la massima punizione per una leggera trattenuta in area di Fernandez su Lewandowski) e agli errori di Higuain (sottoporta) e di Armero (palla persa e 3-1 del Dortmund).

Un Napoli sfortunato, eliminato con ben 12 punti nel girone, non mollava la presa in campionato, ristabilendosi dopo la sconfitta al S.Paolo contro il Parma, ma mostrando alcune pecche di natura caratteriale, cominciando a perdere punti preziosi anche contro Cagliari (1-1 in traferta) prima della sosta natalizia.

Non dimentichiamo che gli impegni europei e i molti infortuni subiti da elementi fondamentali ci hanno tarpato le ali, ridimensionando ambizioni in campionato : da novembre e sino a febbraio siamo rimasti senza Hamsik, Zuniga, Mesto e Berahmi (poi anche Rafel e Maggio)…che hanno riportato infortuni seri e fastidiosi, tenendoli lontani dal campo in un momento cruciale…la fuga della Roma (senza le Coppe) e il rullino compressore Juventus hanno fatto il resto.

Molte le critiche a Benitez in questo periodo, insensate e scriteriate, proprio per i motivi anzidetti (infortuni e rosa monca), da parte dei salotti sportivi partenopei, imbottiti di soloni che scavano nel torbido, cercando la frase ad effetto e le pecche inesistenti dell’allenatore. Nascono, di contro, in questo periodo i Rafaelliti, coloro che possono definirsi i veri tifosi azzurri, competenti e lungimiranti, che al termine dei giochi dimostreranno di avere ragioni da vendere.

Il 2014 inizia bene, vittorie in campionato ed un esaltante cammino in Coppa Italia, che si concluderà il 3 maggio, con la vittoria della Coppa, con la gioia sopita dalle tragiche vicende dell’Olimpico e le urla liberatorie rimaste strozzate in gola. Anche in questo caso battiamo in semifinale la Roma, con una serata magica vissuta al S.paolo in presenza di Diego e 3 polpette rifilate ai giallorossi, che purtroppo non hanno digerito nell’arco della stagione e che sono sfociate nell’agguato subito a Roma da parte di una frangia di estrema destra del tifo giallorosso, una feccia da punire e debellare, che poco ha a che fare con il calcio e con la società attuale, costola di una ideologia politica retrograda e criminale.

Le vittorie di inizio anno (Samp e Verona) sono però un fuoco fatuo, e il Napoli, con la rosa falcidiata dagli infortuni e con i nuovi arrivi (Ghoulam, Henrique e Jorginho) in fase di ambientamento, distratto anche dalle partite infrasettimanali di Coppa Italia, sulla quale Benitez punta molto, capendo che forse sarà l’unico trofeo da mettere in bacheca, comincia a perdere colpi in campionato, dilapidando punti preziosi contro avversarie di rango inferiore, come Bologna,Chievo, Genoa e Atalanta.

Proprio la traferta di Bergamo, rappresenta un punto di svolta nella stagione e si aprono veri e propri processi a Benitez, anche stavolta poco carini e comprensibili, visto che aldilà del risultato a Bergamo arriva un Napoli poco determinato e disposto alla battaglia, da una serataccia che può capitare nasce un vero e proprio attacco mediatico al condottiero Benitez, difeso a spada tratta dai Rafaelliti, che ancora una volta avranno la meglio sui soloni e su tifosi poco innamorati della maglia.

Anche l’inizio dell’Europa League non aiuta gli azzurri, stremati per giocare ormai da 6 mesi ogni 3 giorni, ma il calcio non conosce gratitudine e non sa aspettare, quindi la bagarre inizia e terrà banco per lungo periodo, nonostante il passaggio del turno contro i gallesi dello Swansea, in una serata fortunata al S.paolo.

I troppi punti persi in Campionato chiudono definitivamente i giochi per lo scudetto e mantengono flebili speranze per il secondo posto, ormai obiettivo principe per evitare il preliminare di Champions nell’anno dei mondiali, con tutte le nefaste conseguenze del caso.

Il Napoli insegue e arranca e a marzo, mese decisivo per le sorti della stagione (con aprile) la sorte non ci è benevola, il Napoli domina il Porto a S.Paolo negli ottavi di Europa League, ma un episodio e una caterva di gol sbagliati ci condannano oltremodo (anche qui il nostro condottiero Higuain e il divoratore di gol, Insigne, ci mettono del loro, insieme a una gran dose di sfortuna sottoporta) e usciamo dalla Coppa.

Come se non bastasse gli azzurri perdono ulteriori punti prima della gara decisiva contro i lusitani, impattando per 1-1 a Livorno, dove si vede un napoli lento e impacciato e poco detrminato.

Usciti dall’Europa e con la finale da disputare a maggio in coppa Italia, il Napoli si mette alle calcagna della Roma, che, purtroppo non dà a sua volte sgnali di cedimento, anzi tenterà sino all’ultimo di seguire il passo della capolista Juventus.

Inutili le vitorie di Torino, sponda granata (fortunoso 1-0 al  90°, Higuain) e quella contro i giallorossi al S,Paolo, utili più a blindare il 3° posto, con la Fiorentina che espugna il S.Paolo (1-0 per i viola, ma con un Napoli gagliardo che domina l’avversario in 10 uomini contro 11 e dimostra che la finale di Coppa Italia avrà un favorito netto).

Vittoria di Pirro, ma con tanta gioia del “provinciale Napoli” contro la Juventus, serve a placare le polemiche per l’obiettivo secondo posto, ormai fallito, come dimostra la successiva sconfitta in casa del Parma, che decreta il “game over”e ci condanna (si fa per dire) al preliminare di Champions.

Benitez blinda la terza posizione e vince la Coppa, che in molti decretano come il salvagente di stagione, ma che sarà solo la ciliegina sulla torta di un’annata positiva e a tratti spettacolare, pur con alti e bassi che dimostrano che il napoli non era ancora pronto per il grande traguardo.

Non poteva essere altrimenti nel primo anno di Rafa Benitez, grande allenatore e condottiero, che è la pietra filosofale di un progetto vero e serio, iniziato sotto i migliori auspici, in crescita progressiva, che ci regalerà gioie e soddisfazioni nell’immediato futuro.

Un grazie ai ragazzi e a Rafa per le emozioni regaleteci, sicuri che napoli e il Napoli riusciranno a primeggiare e a farsi vale come sempre e più di prima.

Non dimentichiamo la Coppa Italia vinta, con il Napoli “Pentacampeòn”, i 99 gol segnati e il record dei 100 a un passo (basterà segnarne uno al Verona) e le 10 trasferte vinte, oltre  a poter raggiungere il record di punti (ottenuto da Mazzarri la scorsa stagione)..78.

 

 
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