L’Europa league è Coppa minore, lo sosteniamo tutti e soprattutto De Laurentiis, ma ha una sua grande importanza non solo economica, rappresentata dagli incassi del San paolo più che dai premi offerti dal Uefa, non solo di immagine internazionale, ma soprattutto in funzione ranking Uefa.
Snobbarla sarebbe un errore grave, da non ripetere, dopo la figuraccia rimediata lo scorso anno dagli uomini di Mazzarri, fuori nei sedicesimi contro il valido, ma modesto Plzen con un’umiliante sconfitta 0-3 al San paolo e una partita di ritorno che assomigliò più a una farsa che a una gara vera, con Mazzarri che millantò l’intenzione di compiere un’impresa impossibile per ribaltare il risultato dell’andata, ma che schierò un Napoli rimaneggiato, senza i suoi uomini migliori, a partire da Cavani e con addirittura Calaiò di punta.
Insomma Mazzarri snobbò la Coppa e gli avversari del Plezen, che non conosceva e non studiò per nulla, facendosi sorprendere in casa e mettendo in campo la solita difesa a 3 contro avversari che giocavano senza l’ombra di una punta e che sfruttarono abilmente la superiorità in mezzo al campo e sulle fasce, trafiggendoci per ben 3 volte (e ci andò bene) con micidiali contropiedi a campo libero.
Benitez, uomo di spessore e caratura internazionale, sa che non andrà sottovalutato l’avversario e che proseguire l’avventura europea significa presente e futuro europeo per squadra e società, che non potrà concedersi il lusso di restare in quarta fascia in caso di qualificazione alla Champions ed affrontare anche l’anno prossimo avversari blasonati, spesso di una caratura superiore alla nostra, come accaduto quest’anno e nella precedente edizione, quando solo miracoli e grandi partite ci hanno consentito di svolgere due competizioni al limite dello straordinario, battendo corazzate com Manchester City, Arsenal e Borussia Dortmund, giocandocela alla pari con Chelsea e Bayern Monaco e ottenendo 4 vittorie su 4 contro Marsiglia e Villareal.
Ma veniamo agli avversari di giovedì, i gallesi dello Swansea, che hanno quasi nulla di gallese e anche poco di britannico.
Inseriti dal 2004 nel campionato inglese, partendo dalla League One, la nostra serie C, i gallesi dopo 3 stagioni sono riusciti a qualificarsi in Championship (la nostra B), dove ci sono rimasti per 3 anni (dal 2008 al 2011), veleggiando a centro classifica e finendo terzi nellla stagione 2010-2011, posizione che ha consentito il salto di qualità e l’approdo in Premier League, sotto la guida di Brendan Rodgers, allenatore poco britannico con una innata predilezione per il gioco palla a terra e con 2 tocchi e via.
Buona la prima stagione in Premier (2011-2012) con un 11° posto conquistato al termine di una stagione in cui i gallesi non hanno rischiato più di tanto di retrocedere, proponendo un calcio semplice e redditizio, con 47 punti conquistati.
L’anno successivo, quello scorso, avvicendamento sulla panchina con l’arrivo di Michael Laudrup, che ha costruito una squadra tecnica e poco britannica, con l’arrivo di numerosi elementi dotati di buona tecnica, che hanno consentito di ripetere la buona stagione disputata l’anno precedente, chiusasi con 46 punti e il 9° posto in classifica e di vincere, a sorpresa la League Cup, che ha concesso ai bianchi gallesi di ottenere il visto per l’Europa League.
Indimenticabile la storica finale, vinta 5-0 contro il Bradford City con reti del capocannoniere Michu e doppiette di De Guzman e Dyer, altre due punte di diamante delllo Swansea attuale.
Quest’anno le cose sono un pò cambiate e lo Swansea ha pagato lo scotto di una rosa che difficilmente poteva reggere la competizione su più fronti e con tanti infortuni (tra i quali quello lungo del bomber spagnolo Michu), che ha portato ad un affrettato e prematuro esonero di Laudrup meno di un mese fa, sostituito da Monk.
Lo sforzo necessario per la qualificazione nel girone di Europa League nei mesi estivi e autunnali hanno condizionato il cammino dei gallesi in campionato, giunti 6 giornate orsono al 15° posto, in piena zona retrocessione, dopo 5 sconfitte in 6 gare (ad opera, in verità, di squadre blasonate, come Chelsea, City, Everton, United e Tottenham) e che hanno portato al discusso esonero dell’allenatore danese, con tanta esperienza in Italia e Spagna.
La squadra ora è momentaneamente risalita in decima posizione ed appare più tranquilla dopo aver recuperato molti giocatori infortunati.
Il cammino in Europa League è iniziato dal play off (disputato dopo aver eliminato il Malmoe ad agosto nel preliminare) contro i modesti rumeni del Petrotul Ploiesti, sconfitti per 5-1 all’andata (1-2 nel ritorno a giochi ormai fatti) e qualificazione al girone, in cui lo Swansea ha eliminato i russi del Kuban e gli svizzeri del San Gallo, piazzandosi al secondo posto nel girone dietro il Valencia, ma battendo addiruttura gli spagnoli al Mestalla in casa loro con un secco 3-0 con reti di Michu, De Guzman e Bony (il capocannoniere stagionale, ex Vitesse e capocannoniere nell’Eredivisie, accostato anche al Napoli in estate).
La rosa dei britannici è molto valida e ha elementi tecnicamente dotati ed esperti, oltre a numerosi giovani di valore. La squadra applica un 4-2-3-1 speculare a quello di Benitez e pratica un gioco offensivo, cercando l’equilibrio necessario come tutte le compagini con schieramento molto offensivo.
Come dicevo ha ben poco di britannico, avendo in rosa ben 23 stranieri su 27 elementi !!!
Tra i pali l’esperto portiere olandese Vorm, 30 anni, secondo in nazionale, che ha già affrontato gli azzurri 4 anni orsono in Europa league con la maglia dell’Utrecht, squadra con cui giocava e si è messo in luce anche il nostro Mertens.
Difesa a 4 con l’esperto terzino destro spagnolo Rangel (31 anni), i centrali Chico (spagnolo ex Almeria, Maiorca e qualche presenza con il Genoa, 25 anni) e il gallese e capitano Williams (42 presenze con la nazionale gallese a 29 anni) e il giovane terzino sinistro Davies (appena 20 anni).
Riserve del reparto difensivo, il terzino destro olandese Teindalli, il jolly jordi Amat (impiegabile sia come centrale che come terzino destro, ex Espanyol e Vallecano) e il terzino sinistro Taylor (gallese).
In mezzo al campo i titolari sono l’ex Liverpool Shelvey (21 anni, ma che ha giocato contro il Napoli in Europa league 3 anni fa) e l’olandese De Guzman, centrocampista di qualità e con il vizio del gol (ex Villareal e Maiorca).
Pronti a subentrare lo spagnolo Canas e l’inglese Britton.
Il reparto offensivo è composto da numerosi ali e trequartisti, come per tutte le squadre che applicano il 4-2-3-1.
Su tutti il bomber Michu, spagnolo cercato da mezza Europa, che gioca dietro la punta centrale, infortunato di lungo corso, che ha messo a segno ben 18 reti nel campionato scorso e che si era già messo in luce 3 anni fa con la maglia del Vallecano (15 i gol stagionali).
E’stato accostato al Napoli quest’estate, come il bomber di quest’anno Bony con 8 reti, ex capocannoniere dell’Eredivisie (la serie A olandese) con ben 30 gol e 8 assist l’anno scorso. Punta centrale di colore, dotato di buona tecnica e gran fiuto del gol.
Sempre sulla breccia l’ala (destra e sinistra) Routledge (29 anni e una vita in Premier con le maglie di Newcastle, Tottenham, Aston Villa, Fulham e tante altre con 31 reti e ben 52 assist in carriera) e l’esterno sinistro mancino Dyer (da 7 anni allo Swansea con 23 reti e 32 assist).
Altro attaccante da tener d’occhio è Pablo Hernandez (ex Valencia) 23 gol e 32 assist in carriera per lui con le maglie di Valencia e Swansea.
Pronti a subentrare la mezz’ala Pozuelo e la punta centrale Vasquez (ex Getafe ed Espanyol), oltre all’ala sinistra belga Lamah (ex Anderlecht e Maiorca).
Insomma una sfida da vedere e da gustare, che si preannuncia interessante e ricca di gol…non dimenticate l’over…