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IL NAPOLI batte l’Inter del “simpatico” Mazzarri : 4-2 al San Paolo

Ed il giorno della rivincita sull’ amato e odiato Mazzarri è arrivata, gli azzurri battono l’Inter per 4 reti a 2 al San Paolo e riescono a reagire bene alla sfortunata e rocambolesca eliminazione dalla Champions, confermando quanto di buono fatto vedere contro l’Arsenal e mostrando, al contempo, le pecche e le lacune del proprio organico.

Tutti tenevamo molto a questa gara, contro colui che ha traghettato il Napoli per 4 anni, contribuendo alla sua crescita, portandoci nell’Europa che conta e regalandoci grandi soddisfazioni anche in Campionato per poi abbandonarci tra mille polemiche, mille chiacchiere e, a dir la verità, con pochi rimpianti da parte nostra.

Ascoltarlo nelle conferenze pre gara e nelle interviste post partita ci ha riportato alla mente le sue interviste, sempre improntate alla contestazione dell’arbitro di turno e all’elogio, spesso ingiustificato, delle gare disputate e perse dalla sua squadra…e ieri c’è stata la conferma che nulla è cambiato…il solito disco rotto, la stessa tiritera, tanto che ci domandiamo perchè il tecnico toscano non registri le sue dichiarazioni e schiacci il “play” prima delle interviste.

L’unico pensiero che mi è venuto in mente è stato “meno male che non è più l’allenatore del Napoli…almeno le sue interviste ce le dobbiamo sorbire solo due volte l’anno..all’andata e al ritorno”, anche se a dir la verità era oltre un anno che evitavo di ascoltarle (quando allenava il Napoli).

Veramente stucchevole, lui che ha preferito andare all’Inter, pensando di migliorare la sua carriera da allenatore, chiodo fisso e principale cruccio del tecnico, che a Napoli avrebbe potuto subire un drastico stop dopo la partenza di Cavani, non riuscendo a migliorare il secondo posto, quindi di non riuscire a vincere lo scudetto.

Mazzarri, oltre alla carriera, non ha disdegnato di fare un pensierino al danaro, con contratti sempre in aumento con il Napoli fino al botto, i 3,5 percepiti da Moratti (e ora da Thoir), che lo pongono al primo posto nella classifica dei più pagati tra gli allenatori di serie A.

Comunque, tra fischi e applausi io sono come sempre tra color che son sospesi e che ringraziano e guardano avanti, per dirlo alla Made in Sud : di Mazzarri ???…”ma che ce ne foooottttttttttt”.

L’importante è il Napoli attuale con i suoi pregi e con i suoi difetti, molto lontano dalla concezione di calcio mazzarriana, con un gioco che non si basa solo sull’avversario e sulle fasce laterali, che una volta bloccate tarpano le ali agli schemi e lasciano spazio all’invenzione dei singoli interpreti (Pioli in primis, ma tutti gli allenatori di A ormai sapevano cosa fare per bloccare il gioco del Napoli).

Ora c’ è Benitez, ci sono Higuain, Callejon, Reina, Albiol, Mertens…poco adatti al gioco del tecnico toscano..ma indispensabili in quello di Benitez, che predilige la tecnica alla  corsa, il fraseggio alle aperture sulle fasce laterali…anche se non disdegna le ripartenze…anzi…è stata questa un’arma di Benitez nello scontro di ieri, giocare contro l’Inter, proprio come predilige Mazzarri, difesa e ripartenze, favoriti anche dal gol iniziale di Higuain e dall’immediato vantaggio, dopo il momentaneo pareggio di Cambiasso nel primo tempo, conclusosi  3-2 per gli azzurri.

Spettacolare il tiro a volo di Higuain per il vantaggio azzurro, poco attenta e reattiva la difesa sul pareggio interista, abile e perentorio Mertens nell’inserimento e nell’anticipo di Dzemaili sul raddoppio e bravo anche quest’ultimo a seguire l’azione e a ribadire in gol una respinta corta di Handanovic sul 3° gol azzurro.

Difesa azzurra sotto accusa in alcuni dei suoi uomini, reparto ormai orfano degli unici due elementi in grado di rendere sulle fasce, Zuniga e Mesto, con Maggio e Armero in piena confusione tecnica (piedi di legno e scarso apporto difensivo, disastroso per il colombiano) e il povero Revelliere. gettato nella mischia a sinistra (non la sua zona di competenza) dopo quasi un anno di inattività, che non riesce a dare il contributo sperato, limitandosi alla presenza e al presidio non sempre efficace della fase difensiva.

Fernandez, positivo per lunghi tratti della gara, mostra all’improvviso le sue lacune e disattenzioni, che possono sempre incidere drammaticamente sul risultato ed il solo Albiol si erge a protagonista, cercando di salvare e tenere in piedi la baracca.

Il reparto difensivo necessita di almeno 2 elementi di spessore, sulla fascia e al centro, ed è lì, oltre che in mezzo al campo con un uomo di qualità assoluta, che bisogna intervenire in sede di mercato.

Inler e Dzemaili hanno sofferto oltremodo il centrocampo dell’Inter (spesso in superiorità numerica), con Gokhan che ha iniziato a perdere colpi da un pò di tempo, ritornando a sbagliare e a perdere palloni incomprensibili e con Dzemaili a corrente alternata, che offre poca copertura (colpevole nel non seguire Cambiasso in occasione del pareggio interista) e resta per lunghi tratti della gara ai margini della contesa, salvo poi salvarsi con il gol del prezioso 3-1.

Bravissimi ed encomiabili Mertens e Callejon, autori di 2 gol e di una gara splendida anche in copertura, sacrificio ed estro al servizio della squadra.

Cecchino Higuain, ma anche uomo assist fantastico (da cineteca la palla a Dzemaili nell’azione del 2-1), mentre Insigne continua ad essere poco concreto, pur giocando una discreta gara, stavolta il palo e Pandev (che non gli consente di battere il rigore, poi sbagliato sul 4-2 nel finale) gli negano la gioia del primo gol in campionato, anche se gli assist vincenti salgono a quota 6 (suo il bel passaggio per il tap-in di Callejon per il gol del 4-2 che chiude la gara).

Insomma un Napoli vincente, a tratti spettacolare, ma ancora da migliorare nella fase difensiva, dove gli errori collettivi e le distrazioni dei singoli stanno consentendo ai nostri avversari di turno di creare occasioni da gol a iosa e a trasformarle in gran parte.

Insomma siamo al terzo posto a 7 punti dall’Inter (quinta) e a 5 dalla Fiorentina (quarta) e con la Roma al secondo, prossimo obiettivo da raggiungere e su cui puntare..anche se c’è ancora molto da fare..e il mercato di gennaio ci darà l’indicazione decisiva per conoscere dove potremo arrivare…

 

 

 

 
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