Ci eravamo lasciati prima della partita di Catania e, purtroppo, non ho avuto la possibiltà di raccontarvi cosa è successo da allora. Il Napoli ha giocato per tre volte in campionato, pareggiando contro il Catania, in una scellerata partita, da vincere (con gli azzurri in vantaggio numerico dopo soli tre minuti di gioco in 11 contro 10, per l’espulsione del catanese Alvarez), riprendendosi subito dal punto di vista del gioco nel turno infrasettimanale, consegnando un sonoro 3-0 alla Lazio di Petkovic e vincendo domenica una importantissima partita a Genova con la Sampdoria dell’ex Ciro Ferrara per 1-0.
Insomma 7 punti in tre partite, che hanno consentito agli azzurri di agguantare la Juventus in testa alla classifica, a 16 punti in 6 gare (5 vittorie e un pareggio a testa) dimostrando che il Napoli c’è e terrà testa ai bianconeri e alle altre meno temibili avversarie sino al termine della stagione.
Ma veniamo alle gare:
Catania-Napoli 0-0
Il Napoli arriva a Catania con uno score ed una statistica “negativa” da sfatare, infatti gli azzurri non avevano mai sbancato il “Massimino” nelle precedenti 11 trasferte disputate. La prematura espulsione del catanese Alvarez, dopo soli 3 minuti, fa saltare tutti gli schemi e le alchimie tattiche preparate dai 2 tecnici, ma si rivela un “boomerang” per gli azzurri, che invece di approfittare della superiorità numerica, perdono di ardore agonistico e del loro abituale ”animus pugnandi”, rallentando l’azione d’attacco, piuttosto che spingere sull’acceleratore per trovare il gol.
Il Catania si chiude e forma un vero e proprio muro in difesa, sostituisce il tecnico e offensivo Barrientos, arretrando il centrocampista Biagianti sulla linea dei terzini, facendo svolgere alle proprie punte Gomez e Bergessio il ruolo di difensori avanzati, costretti a continui ripiegamenti in difesa.
Il Napoli perde in determinazione e la sua azione non è per niente ficcante ed incisiva, la palla gira lentamente sui piedi dei centrocampisti azzurri, lenti ed impacciati ed arriva sulle fasce quando la difesa catanese è schierata e chiude gli spazi. Il tridente azzurro riesce a giocare pochi palloni e la giocata individuale, necessaria per sbloccare il risultato, non arriva. Pandev non appare in giornata, Hamsik si batte, ma è poco preciso, Cavani ci tenta con giocate individuali e tiri dalla distanza che non trovano impreparato il portiere Andujar.
Si regala un primo tempo al Catania, con Mazzarri infuriato, che al ritorno in campo inserisce Insigne al posto di uno spento e (soprattutto) ammonito Inler, proponendo 3 attaccanti, con l’arretramento di Hamsik a centrocampo in cabina di regia al posto dello svizzero.
Nonostante ci si provi un pò più di frequente , Il Napoli non riesce a trovare il varco giusto. Si tenta il tutto per tutto e negli ultimi 20 minuti Mazzarri schiera anche Vargas, intasando la linea di attacco (5 punte …alla Mourinho) : soluzione che ci può stare, ma che si rivela deleteria e non produttiva. Anzi con il Napoli sbilanciato in avanti nel tentativo di trovare la giocata vincente, si lascia spazio negli ultimi minuti al contropiede catanese, con Gomez che non trova per due volte il gol della clamorosa vittoria, grazie ad una gran parata di De Sanctis ed all’”amico” palo.
Il gran caldo influisce sulla stanchezza e la precisione degli azzurri, che sfiniti non riescono a segnare e chiudono con uno scialbo risultato “ad occhiali” la gara. Che delusione!!!
Napoli- Lazio 3-0
Partita di cartello al San Paolo, la Lazio di Petkovic, reduce da una clamorosa ed inaspettata sconfitta interna contro un modesto Genoa, cerca il riscatto dopo un inizio sorprendente in campionato (3 vittorie consecutive nelle prime 3 gare). Gli azzurri, di contro, devono riprendersi dalla deludente partita di Catania, dimostrando di meritare quanto di buono mostrato sino a quel momento dall’inizio della stagione.
Stadio gremito e Lazio subito in vantaggio con un gol di mano di Klose, che per fortuna di tutti e dell’arbitro (che nulla aveva visto insieme ai suoi collaboratori), si autoaccusa e permette al direttore di gara di annullare il gol. Il Napoli soffre l’aggressività dei biancocelesti ad inizio gara, ma passa in vantaggio con un tiro dalla distanza di Cavani, deviato da un difensore laziale, che beffa il poriere Marchetti.
La Lazio si spinge in avanti e lascia ampi spazi al contropiede micidiale degli azzurri : un lancio di Cannavaro trova Cavani inspiegabilmente solo, controllo e botta in diagonale del matadòr, che da posizione defilata piega le mani al portiere laziale, la cui deviazione non riesce ad evitare il raddoppio azzurro.
Forte del duplice vantaggio, il Napoli gioca sul velluto e nel secondo tempo, dopo pochi minuti trova il terzo gol, ancora con cavani, lanciato solo verso la porta, per il matadòr è un gioco da ragazzi dribblare il portiere e segnare a porta sguarnita.
Sul 3-0 si fà accademia e sfiora la goleada. Entra Insigne, che produce magìe in quantità industriali, numeri di alta scuola a ripetizione, con cui in una occasione si procura un calcio di rigore. Cavani non lascia battere il penalty al giovane compagno di reparto, tentando il poker, ma il suo tiro dal dischetto finisce alto e fuori.
Grande prestazione degli azzurri, che dimostrano di essere fenomenali al San Paolo ed inarrestabili quando hanno gli spazi per giocare di rimessa.
Sampdoria – Napoli 0-1
Importante banco di prova per gli azzurri, che arrivano all’ostico impegno di Genova con la Sampdoria dell’ex Ciro Ferrara per dimostrare di tenere testa alla Juventus, che nell’anticipo del sabato si è sbarazzata con un agevole 4-1 della sbadata e sbandata Roma di Zeman.
La Sampdoria è in formazione largamente rimaneggiata per le assenze, pesanti soprattutto in attacco, del bomber Maxi Lopez, del suo vice Pozzi, oltre che dei centrocampisti, Maresca e Poli.
Il Napoli schiera la formazione titolare, fatta eccezione per le assenze degli infortunati Britos ed Aronica.
La Samp, ben messa in campo, dà l’anima nella prima frazione di gioco. Ferrara blocca le fasce al Napoli e intasa il centrocampo, innalzando un muro davanti alla difesa (stile Catania). Gli esterni Surraco ed Estigarribia raddoppiano sulle fasce, non permettendo le avanzate di Maggio e Zuniga, ed il Napoli soffre nel primo tempo, non riuscendo nè a giocare di rimessa, nè a velocizzare il gioco. Poche le azioni da gol su entrambi i fronti, anche perchè i blucerchiati chiudono bene gli spazi e non hanno un attaccante di peso che faccia salire la squadra nelle ripartenze, con il solo Eder, piccolo e brevilineo, che si fa apprezzare più per il lavoro di squadra che per la pericolosità sotto porta. Anche stavolta Cavani, Pandev ed Hamsik non riescono a trovare la giocata vincente, con lo slovacco in palla, Pandev non in giornata di grazia e Cavani che ripiega con la solita generosità in difesa, ma non incide in zona gol, dove gli arrivano pochi palloni giocabili e da poter finalizzare.
E allora ci pensa Mazzarri a dare la svolta agli azzurri, un pò come a Villareal l’anno scorso, si fa espellere per proteste, ed al suo posto Frustalupi conferma la sua tradizione vincente.
Difatti nella ripresa, uscito Pandev per Insigne, il napoli sembra più vivo e vitale e, complice il calo naturale dei calciatori doriani, che hanno speso davvero molto nella prima frazione di gioco, passano in vantaggio con una giocata da fuoriclasse di hamsik, che percorre tutto il campo, dopo scambio con Inler, al limite della propria area di rigore, e si presenta in area doriana con perfetto ultimo dribbling che costringe Gastaldello ad atterrarlo proprio sulla linea : rigore ed espulsione dell’ultimo difensore blucerchiato.
Cavani dal dischetto non sbaglia. Il Napoli in superiorità numerica controlla la gara e porta i 3 punti, preziosissimi, a casa.
Primi in classifica siamo pronti ad affrontare l’Udinese domenica al San Paolo.