Debutto in Coppa Italia negli ottavi di finale per il Napoli contro il Cesena, squadra già affrontata e sconfitta dagli azzurri in campionato 3-1 in terra romagnola alla prima giornata, con vittoria di misura per gli azzurri, che si impongono per 2-1, grazie ai gol di Cavani ( che mette in rete dopo una faticosa respinta del portiere cesenate su bolide di Pandev, su punizione dalla lunga distanza) e del ritrovato e scoppiettante Goran Pandev (che beffa il portiere sul primo palo, con palla deviata dall’estremo difensore sulla linea di porta…o meglio dentro la porta), che ribaltano l’iniziale inaspettato vantaggio cesenate del primo tempo, siglato da Popescu.
I partenopei, ammessi di diritto agli ottavi di finale in virtù del 3°posto conquistato nello scorso campionato, faticano più del dovuto per imporsi ad una compagine presentatasi al San Paolo con molti assenti, dimostrando di non avere lo stesso interesse degli azzurri per la Coppa, avendo ben altri grattacapi in campionato, in cui, a dispetto di un mercato estivo di tutto rispetto ( Mutu, Eder, Candreva, Martinez, tra gli altri, sono acquisti di indubbio valore), sono al penultimo posto in condominio con il neopromosso Novara, a ben punti dal quart’ultimo, occupato dal Bologna e a soli tre punti dal fanalino di coda Lecce.
La Coppa Italia è, e fortunatamente rimane, un obiettivo importante per il Napoli, di primaria importanza per una società e una squadra che ambisce finalmente a vincere un Trofeo, lontanuccia dalle prime in campionato e chiusa da più di una concorrente in Champions League (dove resta una outsider). Consapevoli di ciò, il Presidente, Mazzarri, i giocatori ed i tifosi, ripongono molte speranze nel trofeo, mai così ambito e spesso anche un pò bistrattato, sino all’avvento della formula attuale, con tabellone tennistico ad eliminazione diretta in una partita secca sino alle semifinali e con le big del campionato con partenza agevolata dagli ottavi di finale, pronti ad affrontarsi tra loro in interessanti sfide nei quarti.
Era, però, anche l’annunciato giorno del debutto di Edu Vargas. Tutti attendevano con ansia di vederlo all’opera, tra lo scetticismo di alcuni (come me) sull’impiego del giovane cileno da parte di Mazzarri, soprattutto dal primo minuto. Ed invece eccolo lì, al fischio d’inizio, per la gioia di tutti…è in campo! Non carichiamolo di troppe responsabilità, deve ancora adattarsi agli schemi, facciamolo inserire gradualmente, è troppo presto per giudicarlo…queste le prediche dell’allenatore da quando Vargas è arrivato al Napoli. E a dir la verità la partita ha dimostrato che tutto quanto previsto dall’allenatore era fondato : spaesato, nell’incertezza di comprendere se dare sfogo alla voglia di stupire o impegnarsi a ripetere i poco collaudati e collaudabili movimenti chiestigli dall’allenatore, vagando per il campo nel tentativo di trovarvi una giusta collocazione e cercando di ripiegare a centrocampo ed in difesa (ahinoi…con un suo sfortunato e maldestro tocco manda in gol il Cesena), Vargas non è riuscito, come volevasi dimostrare, ad azzeccarne una.
Mazzarri è consapevole, e lo ha dichiarato nel post partita, che la sua decisione finale di schierarlo tra i titolari non era poi così convinta…dettata più dai “desideri della piazza” (tifosi… e Presidente???)..che dalla smania di vedere in azione il nuovo arrivo. Ha ammesso di aver sbagliato a farsi condizionare dall’entusiasmo generale, con la consapevolezza e la gioia di aver passato il turno. Quando il risultato viene, anche con un pizzico di fortuna, è più facile recitare il “mea culpa”, spesso non ammessa in altre occasioni, in cui il successo non è arrivato (su tutte la sconfitta di Catania, in cui non solo non fu ammesso l’errore di aver schierato Santana a centrocampo, ma se ne difese la prestazione, pessima, definendolo addirittura come il migliore in campo, sino alla ingenua espulsione).
Massima stima per l’allenatore Mazzarri, che ha dichiarato anche di non aver preparato bene la gara sotto l’aspetto psicologico, con alcuni calciatori non completamente “sintonizzati” a dovere sul match, su tutti Inler (sostituito dopo una prova opaca e inconsistente dal rientrante Donadel, apparso desideroso di farsi apprezzare).
Il vero protagonista della serata è stato, come sempre più spesso accade, Goran Pandev, che entra nella ripresa al posto di Vargas, trascinando il Napoli alla vittoria, con entusiasmo da vendere e giocate sempre insidiose, che creano continui pericoli per difesa cesenate. Non a caso i gol vengono da due sue “maligne” punizioni, la prima deviata dal poriere per il gol di Cavani, la seconda con cui beffa il portiere ad una manciata di minuti dalla fine della gara.
Era la serata anche del rientro di Britos, apparso ancora a corto di condizione dopo l’infortunio, un pò intimorito e “sulle sue”, ma con un graduale miglioramento nel corso della gara. Ancora un pò deludente Fernandez, impiegato nuovamente nel ruolo di centrodestra, dove non può essere adattato, lento e indeciso in più di un’occasione.
Ai quarti di finale il Napoli è atteso da Inter o Genoa….pronto a prendersi una rivincita sui nerazzurri, dopo la scottante eliminazione, proprio nei quarti dello scorso anno, quando al San Paolo riuscimmo a mettere sotto gli avversari con una grande partita durata 120 minuti, a dir poco dominata,salvo perdere alla lotteria dei calci di rigore (con errore decisivo di Lavezzi).