Con la testa a Villareal, il Napoli ha affrontato e battuto il Lecce al San Paolo, rifilando 4 gol ai salentini in una partita che, una volta sbloccatasi con un’ invenzione del Pocho Lavezzi, è stata tutta in discesa per gli azzurri.
I timori della vigilia, dopo l’ennesima fatica di martedì contro la Juventus, sono stati fugati con una prestazione agevole e a tratti brillante, per ottenere la vittoria obbligata ormai in Campionato, considerati i numerosi punti lasciati per strada sinora, che impongono al Napoli di vincere con assiduità, se non sempre, di qui alla fine del torneo, per non perdere la possibilità di rigiocare la Coppa dei sogni (impresa ardua, ma non impossibile).
Mazzarri attua un turnover mirato, lasciando a riposo Campagnaro e Cannavaro in difesa e riproponendo la coppia argentina Fernandez – Fideleff ai lati del neo inventato “libero” Aronica, deputato a fare da “chioccia” ai due “scapestrati” giovanotti sudamericani, come a Verona. Sino a questa gara, quando i due neo acquisti del Napoli hanno giocato insieme non è stato un bel vedere, Fernandez (mai a proprio agio sul centro destra della difesa a tre) si è dimostrato acerbo e Fideleff mai sicuro, traballante e spesso decisivo in negativo. Avevano giocato insieme in trasferta a Catania e Chievo, commettendo gli errori decisivi per due brutte sconfitte del Napoli. Stavolta Mazzarri ha deciso di schierarli di nuovo in coppia, ma tra le mura amiche del San Paolo, confidando evidentemente anche sulla scarsa propensione offensiva della squadra di Di Francesco, il cui reparto avanzato è ben poca cosa e, tra l’altro, nella partita odierna le chanches erano affidate unicamente alle due leggere (anche se tecnicamente dotate) mezze punte, Pasquato e Muriel (per gli acciacchi di Corvia, Di Michele e Bertolacci).
A riposo Zuniga (certo titolare martedì al Madrigal, al posto di Dossena), Maggio e Dossena operano sulle corsie esterne, trovando come avversari, rispettivamente, il difensivo Mesbah a destra e lo sgusciante ed abile Cuadrado a sinistra.
A centrocampo turno di riposo per Gargano (affaticato dopo le dispendiose partite contro Juventus, Atalanta e Manchester, disputate a distanza di pochi giorni dopo il non leggero infortunio muscolare, e bisognoso di riposare testa e muscoli in vista della partita “clou” di mercoledì in terra spagnola), rigioca Inler (è costretto, ma poco disposto alla giocata, come ha dimostrato la gara disputata) e nuova chance per Dzemaili (che non ha demeritato), contrastati dal giovane Strasser e dal gigante uruguaiano Grossmuller.
In attacco ritorna Cavani (autore di una doppietta che lo porta a quota 7 nella classifica marcatori della serie A, a sole tre reti dal “tanque” Denis, che comanda la classifica davanti a Di Natale, a secco nell’anticipo di ieri contro l’Inter, sbagliando anche un rigore), Lavezzi in grande spolvero, ed il ritrovato Pandev, confermato dopo l’ottima prova di martedì al posto di Hamsik, ed autore di un’altra prestazione positiva, che lo pone sulla rampa di lancio per il prosieguo della stagione. La difesa salentina ha avuto molte difficoltà nel contrastare il “tridente pesante” del Napoli, Oddo, Tomovic, Esposito e Ferrario, non li hanno visti quasi mai.
Queste le formazioni in campo:
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Fernandez, Aronica, Fideleff; Maggio, Dzemaili, Inler, Dossena; Lavezzi, Pandev; Cavani. All. Mazzarri
LECCE (5-3-2): Benassi, Oddo, Ferrario, Tomovic, Esposito, Mesbah; Strasser, Grossmuller, Cuadrado; Pasquato, Muriel. All. Di Francesco
Dopo un inizio stentato e zeppo di errori di misura, determinati anche da un terreno di gioco reso scivoloso dai violenti scrosci di pioggia caduti ad intermittenza durante la giornata e nel corso della gara, il Napoli ha sbloccato la partita al 26′, con un assolo del Pocho Lavezzi, che dalla sinistra si è bevuto tre difensori ed ha battuto l’incerto Benussi con un bolide di destro, che ha piegato le mani al portiere.
Da quel momento in poi il Napoli ha ritrovato fiducia ed entusiasmo, abbattendosi come la pioggia sul Lecce, che non ha saputo ripararsi sotto i colpi dei Tre tenori azzurri, annichilito dalle giocate di Pandev e Lavezzi, dal gol di Cavani del 2-0 (dopo magìa di Pandev, con stop di tacco e assist al bacio per il Matador, pescato millimetricamente nell’inserimento in area dal macedone, che lo ha messo in porta, permettendogli di scavalcare con un tocco morbido il portiere in uscita) e dal terzo gol di Dzemaili al 41′ con un tiro dal limite dell’area, una fucilata che, grazie anche ad una deviazione di un difensore, si è insaccata radente il palo destro dell’estremo difensore salentino.
Primo tempo concluso con un perentorio 3-0 e tutti al Madrigal, visto che la seconda frazione di gioco ha visto gli azzurri gestire lentamente il gioco, permettendo ai non certo irresistibili rivali di segnare il gol del 3-1 con una giocata del giovane talento cileno Muriel ( di proprietà dell’Udinese, un trequartista rapido, veloce e tecnicamente fortissimo, il nuovo Sanchez, neo “maravilha” scovata dai talents scout friulani, parcheggiato al Granada dei Pozzo nella scorsa stagione, dove ha brillato, contribuendo con i suoi gol alla promozione della squadra in Primera Liga) che si beve Aronica e batte De Sanctis e, lasciando ampi spazi, non sfruttati dagli avversari, che potevano più volte riaprire la partita, grazie anche alle indecisioni di Fideleff e Fernandez, che ancora una volta non hanno per niente convinto.
Le squadre si allungano, con il Lecce tutto proteso in avanti, che lascia ampi spazi al contropiede del napoli, che va vicino al gol del 4-1 in numerose occasioni, grazie alle percussioni di Lavezzi, che salta avversari come birilli, salvo poi sprecare tutto con le solite e proverbiali conclusioni scellerate. Quando non conclude il Pocho, però, sforna preziosi assist e su uno di questi pesca Cavani, tutto solo sul secondo palo che appoggia comodamente in rete la palla che chiude la partita.
Magra consolazione per i salentini il gol del neo entrato Corvia a tempo quasi scaduto, che ristabilisce almeno numericamente le distanze e fissa i risultato finale sul 4-2.
Da segnalare l’ingresso in campo, dopo il lungo e estenuante infortunio, del beniamino dei tifosi azzurri Gianluca Grava, accolto con una vera e propria ovazione per il suo ritorno dopo quasi un anno di assenza dai campi di gioco. Scrosciano gli applausi ad ogni intervento di “Gravatar”, certamente più sicuro ed autritario dei giovani difensori azzurri. Un sentito in bocca al lupo al ritornato gladiatore di mille battaglie, eroe della cavalcata dalla C alla Champions.
“Tutti a Villareal!!!!!”, grida i San Paolo e gridiamo tutti, un altro appuntamento con la storia ci attende!!!